SINTESI DI
UNA LETTURA DELLA MANDRAGOLA ALLA LUCE DEL PRINCIPE
· Nella commedia c’è un deus ex machina che, in questa funzione, si manifesta come una proiezione del principe
nella dimensione teatrale: è LIGURIO, “un parassito, di malizia il
cucco” (prologo).
· Egli è una “golpe”, capace di ordire trame, organizzare
travestimenti, prevedere reazioni altrui, modificare piani a seconda degli
eventi.
· Il suo attivismo sfrenato ha il suo opposto nell’atteggiamento
di CALLIMACO, classico “malato
d’amore” che non riesce ad assumere alcuna iniziativa ma, come chioserà
ironicamente Ligurio nella corso della scena II dell’atto IV, è sempre pronto a
morire (per modo di dire…) in ogni modo, sia per allegria sia per dolore.
· Callimaco è una
marionetta nelle mani di Ligurio, così come lo sono praticamente tutti i
personaggi (FRA’ TIMOTEO, che è
marionetta consapevole, NICIA e SOSTRATA) con la sola eccezione di LUCREZIA.
· Al personaggio di LUCREZIA
Machiavelli attribuisce un’altra delle virtù previste per il principe e
particolarmente consigliabili per il mantenimento del potere: l’adattamento al
mutamento delle circostanze. Ciò è evidente la mattina che segue la consumazione
del famigerato rapporto: spettatori (e
marito) si trovano di fronte a una nuova Lucrezia (“Guarda come la risponde! la
pare un gallo!” è un commento di Nicia al nuovo modo di fare della moglie, atto
V, scena V).
· Poiché la Fortuna, o una
celeste disposizione come la definisce Lucrezia, ha voluto farle conoscere così
a fondo Callimaco, ella muta il suo atteggiamento nei suoi riguardi e si appropria completamente del bene che le è
stato offerto.
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