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TRADUZIONI DI LATINO: FEDRO, POSTILLA SULLA CONTRASTIVA, TACITO, SENECA, AGOSTINO (in fieri)

FEDRO Lupus et Agnus Ad rivum 1  eundem 2  lupus et agnus venerant 3 , siti compulsi 4 . Superior 5  stabat 6  lupus, longeque 7  infe...

martedì 9 dicembre 2014

TRADUZIONE CONTRASTIVA (per Clara, compito, ma anche PER TUTTI GLI ALTRI)

INTRODUZIONE METODOLOGICA ALLA TRADUZIONE CONTRASTIVA
“Che cosa vuol dire tradurre? La prima e consolante risposta vorrebbe essere: dire la stessa cosa in un’altra lingua. Se non fosse che, in primo luogo, noi abbiamo molti problemi a stabilire che cosa significhi ‘dire la stessa cosa’”. (U. Eco)
La traduzione è centrale nello studio delle lingue classiche a livello liceale e dunque non si può prescindere da una focalizzazione preliminare sull’operazione del tradurre.
La traduzione è, in sé, un’attività specialistica, complessa, approssimativamente così rappresentabile, quanto a stadi di lavoro: decodificazione della lingua di partenza, ricodificazione nella lingua di arrivo e passaggio attraverso un’oscura fase in cui si realizzano comprensione  e mediazione del messaggio. Già questo risulta essere un insieme articolato e difficile da gestire.
Il problema didattico è: come trasmettere, con quali tipi di esercitazione, questa abilità complessa.
Paradossalmente l’utile del lavoro di traduzione risiede nell’insegnare, o meglio, nel far avere l’esperienza che non esiste un metodo di traduzione o, addirittura, che tradurre sfiora l’impossibilità: nel senso di far comprendere che la traduzione deve essere compiuta con rigore scientifico, ma può giungere a molti, diversi, quasi sempre insoddisfacenti risultati.
La traduzione è comunque un’operazione che fa violenza al testo, ma è uno strumento che costringe alla riflessione linguistica. Costringe a una dissezione del testo di partenza, che è utile anche se il risultato della successiva ricomposizione delle membra del testo è, a livello liceale, simile alla mostruosa creatura di Frankenstein.
Ha scritto Niccolò Tommaseo, scrittore del secondo romanticismo italiano e autore di un celebre Dizionario della lingua italiana, che “raffrontare la traduzione all’autore tradotto, e l’una con l’altra le traduzioni varie, sarebbe esercizio non solamente di lingua e di stile, ma di idee e raziocinii: giacché il paragone delle parole conduce a pensare le cose, e dall’ordine dei costrutti di necessità ascendesi all’ordine de’ concetti.
Parlare di confronto fra traduzioni come strumento didattico significa mettere a contatto gli studenti con quella che si suole chiamare “traduzione letteraria” ovvero con la massima espressione della traduzione come attività specialistica. “Entrare nel laboratorio dei traduttori” può quindi essere intesa come un’attività di tipo seminariale, da svolgere prevalentemente in classe, seguendo approssimativamente questo schema di lavoro:
1)    Proposta di un testo (privilegiati quelli poetici, in IV Catullo, Lucrezio, Virgilio, Orazio), previa conoscenza dell’Autore e dell’opera ovvero del suo inquadramento nella storia della letteratura latina, accompagnato da 3 o 4 traduzioni letterarie.
2)    Decodificazione del medesimo per via di una traduzione letterale, comprensiva di analisi morfo-sintattica; focalizzazione su parole, ad esempio su quelle fondamentali per l’intendimento del pensiero o per la definizione dello stile dell’Autore (ricerche sul dizionario, indicazione di etimologie).
3)    Ricodificazione del testo per arrivare a una traduzione personale, per via d’un confronto tra il testo tradotto letteralmente e le traduzioni letterarie.
4)    Commento stilistico, con riguardo ovviamente alla forma e al contenuto.


La traduzione contrastiva è […] figlia del modello gnoseologico ermeneutico, che fa dell’interpretazione il cardine dell’approccio al testo. Non viene fornita infatti ‘la’ traduzione – quella sola, quell’unica giusta alla quale i docenti sembrano tanto affezionati – ma ‘le’ traduzioni o, meglio, alcune possibili interpretazioni. In tal modo, si avvezza l’adolescente alla consapevolezza del carattere comunque parziale e relativo di ogni interpretazione, anche la propria, e di come la ricerca dell’oggettività sia, di per sé, un concetto plurale.” (Antonia Piva)

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