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TRADUZIONI DI LATINO: FEDRO, POSTILLA SULLA CONTRASTIVA, TACITO, SENECA, AGOSTINO (in fieri)

FEDRO Lupus et Agnus Ad rivum 1  eundem 2  lupus et agnus venerant 3 , siti compulsi 4 . Superior 5  stabat 6  lupus, longeque 7  infe...

martedì 10 febbraio 2015

Sintesi dell'VIII canto

VIII CANTO - sintesi
·        Similitudine per rappresentare al contempo l’ora e una condizione psicologica (tramonto – nostalgia) e anche per fare doppio riferimento a viaggi (per mare e in direzione di luoghi sacri).
·        Cerimonia sacra: un’anima alza le palme al cielo e volge gli occhi verso Oriente, ponendosi poi a cantare l’inno  Te lucis ante [terminum][“Ti chiediamo, prima che la luce svanisca”, servizio di compièta, così detta perché compie le ore canoniche, segna la fine della giornata; l’inno citato si canta prima della notte per chiedere a Dio protezione dalle tentazioni notturne, somnia, phantasmata, ne polluantur corpora, polluo singifica insozzare], accompagnata da tutte le altre anime con gli occhi volti al cielo.
·         L’Auctor invita il lettore a prestare molta attenzione al senso allegorico (anagogico, il più difficile), andando di là dal significato letterale. (1-21)
·        Appaiono due angeli con spade di fuoco tronche. Sono vestiti di verde, verdi anche le  ali e si pongono ai due lati della valle; capelli il cui splendore  è a mala pena sopportabile.
·         Sordello spiega che gli angeli vengono dal grembo di Maria e sono guardiani della valle venuti a cacciare il serpente.
·         Molto spaventato, Dante si avvicina a Virgilio e su suggerimento di Sordello si mescolano con le altre anime.
·        Incontro con il giudice Nino, ossia Ugolino dei  Visconti di Pisa, coetaneo di Dante morto nel 1296, che Dante si rallegra molto di non aver trovato fra i dannati.
·        Analessi, e rivelazione della sua condizione di vivente.  Sordello e tutte le anime che hanno udito indietreggiano in preda allo smarrimento. Nino chiama un tal Corrado affinché venga a vedere il prodigio. Cita le figlia Giovanna e la madre di lei, Beatrice, che stigmatizza come donna incapace di continuare ad amare dopo la morte (scarsa durata dell’amore femminile quando non è rinfocolato dalla presenza. (22-84)
·        Orizzonte astronomico: tre stelle hanno sostituito le quattro del mattino (virtù teologali subentrate alle cardinali).
·        Nella valle è comparso l’avversario degli uomini, una biscia, ovvero il serpente che diede a Eva l’amaro frutto della perdizione. Avanza attraverso l’erba con fare sinuoso. Fulminei agiscono i due angeli, veloci come rapaci, tanto che il viator non riesce a percepire il loro movimento: la biscia cerca di fuggire, ma essi non le danno scampo. (85-108)
·        L’anima denominata Currado da Nino non ha mai staccato gli occhi di dosso a Dante e  a questo punto gli rivolge la parola. Chiede notizia della sua terra, la val di Magra e si presenta come Corrado Malaspina, discendente del più famoso suo omonimo capostipite della stirpe. Dante dichiara di non essere mai stato nelle sue terre ma di conoscerle per fama della casata.

·        Elogio dei Malaspina e delle loro virtù cavalleresche. Profezia post factum: Dante si convincerà per vie di fatto, e non solo di giudizio, di quanto sia veritiera questa opinione sui Malaspina.  (109-139)

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