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Canto strutturale, portatore con i
corrispondenti delle altre due cantiche, di un elemento affine (altri canti
strutturali sono i VI, tutti e tre politici): tema del passaggio (inferno: da incontinenza a
malizia; purgatorio: da antipurgatorio a purgatorio; paradiso: primi tre cieli ancora
all’ombra terrena)
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Inoltre i canti IX, XVIII- XIX e XXVII
ospitano sogni.
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Nell’emisfero boreale, dove risiede l’auctor e dove risediamo noi, l’aurora
sta sbiancando, mentre in purgatorio,
dove si trova l’agens sono le otto e tre quarti di sera e questi si
addormenta sul prato dove si trovava ancora con Virgilio, Sordello, Corrado
Malaspina e Nino Visconti.
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Tema del sogno divinatorio, che si fa in
prossimità dell’alba, durante il quale a
Dante sembra di veder sospesa in aria un’aquila dalle penne d’oro, e di avere
l’impressione di trovarsi nel medesimo luogo in cui si trovò Ganimede (principe
troiano) dopo esser stato rapito per la sua bellezza da Giove; l’aquila quindi
discende su di lui e lo rapisce fino alla sfera del fuoco, dove entrambi sembra
s’incendino. Il calore sveglia l’agens, accanto a lui è rimasto solo Virgilio, gli
altri son scomparsi e il sole è già alto.
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Sono arrivati in purgatorio, l’entrata è finalmente visibile. Virgilio racconta
cosa sia accaduto mentre Dante dormiva
sul prato (Lucia).
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Il poeta avverte il lettore che una volta di
più la materia s’innalza e la forma di conseguenza: il momento è solenne e le
allegorie numerose.
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Ttre scalini di diverso colore, un silenzioso portinaio, luce dal volto che lo
rende impossibile da guardare a Dante, spada in mano.
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Domande del portinaio li interpella: tono quasi minaccioso, quando aggiunge che
potrebbero essere danneggiati dalla loro venuta.
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Virgilio risponde subito evocando la
donna del cielo che ha appena indicato loro la porta. Il portinaio allora li
esorta a procedere.
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Su indicazione di Virgilio Dante si
prostra ai piedi dell’angelo e si batte il petto in segno di contrizione per
tre volte. L’angelo gli incide sulla fronte sette P e lo esorta a sanare queste
piaghe durante il passaggio in purgatorio.
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Dante nota il suo abbigliamento: abito color
della cenere, sotto al quale due chiavi, una d’oro e l’altra d’argento.
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Dopo
l’apertura dell’uscio fa un’ultima raccomandazione: che non si guardino alle
spalle una volta entrati.
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Suono all’apertura della porta: l’inno ambrosiano in ringraziamento e lode di
Dio intitolato Te Deum laudamus.
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