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TRADUZIONI DI LATINO: FEDRO, POSTILLA SULLA CONTRASTIVA, TACITO, SENECA, AGOSTINO (in fieri)

FEDRO Lupus et Agnus Ad rivum 1  eundem 2  lupus et agnus venerant 3 , siti compulsi 4 . Superior 5  stabat 6  lupus, longeque 7  infe...

domenica 1 marzo 2015

SINTESI LEZIONE BAROCCO E UN TESTO

·        Uno dei canoni più saldi dell'ideologia classicista è il principio dell'imitazione: esistono modelli esemplari di perfezione assoluta ai quali gli emuli devono cercare di avvicinarsi.
·        Discussioni cinquecentesche: un unico paradigma o  più di uno tra cui volta a volta scegliere il migliore? Domina comunque  la legge della mimesi e il  topos degli arcieri, secondo cui bisogna «fare come gli arcieri prudenti, a' quali parendo el luogo dove desegnano ferire troppo lontano, e conoscendo fino a quanto va la virtù del loro arco, pongono la mira assai più alta che il luogo destinato, non per aggiugnere con la loro freccia a tanta altezza, ma per potere con lo aiuto di sì alta mira pervenire al disegno loro» (Machiavelli, Il Principe, cap. VI).
·        Sul finire del Cinquecento, le  autorità diventano un peso, un'ossessione. La mimesi è esercitata con la volontà di distinguersi (riferimento al discusso termine  “Manierismo”:  l'artista o lo scrittore vuole esprimersi "alla maniera di" un modello.
·        Teoria di  Harold Bloom:  «angoscia dell'influenza» (L’angoscia dell’influenza, 1973), che sorge quando si è colti da un profondo senso di frustrazione davanti a un modello nei cui confronti l'ammirazione si confonde con l'insofferenza,  Il senso di impotenza si risolve in proclamazione di libertà, in rivendicazione creativa: di qui il fatto che il Manierismo sia un'arte deformante,  sempre in caccia del bizzarro, dell'insolito, dello stravagante. http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/a/ab/Parmigianino_Selfportrait.jpg/260px-Parmigianino_Selfportrait.jpg
·        Soprattutto la storiografia positivistica (secondo Ottocento), che amava gli studi eziologici, a cominciare da quelli sulle fonti, si è affaticata nel cercare le ragioni dell'avvento del Barocco, che per quelle generazioni ancora legate al nazionalismo risorgimentale significava anche la perdita del "primato" detenuto dall'Italia nel campo della cultura.
·        Cause dell’avvento di cui sopra:  dominazione spagnola, Controriforma e politica dei Gesuiti, assolutismo degli stati, guerra dei trent'anni e guerre di religione, debolezza militare dell'Italia, trasformazioni dell'economia dovute alle scoperte geografiche, esaurimento dell'attività delle accademie, degenerazione dell'Umanesimo.
·        Un cambiamento culturale può essere anche soprattutto dovuto a un mutamento di paradigma scientifico (Thomas Kuhn, epistemologo statunitense morto nel 1996). Il paradigma è «una conquista scientifica universalmente riconosciuta, che, per un certo periodo, fornisce un modello di problema e soluzioni accettabili a coloro che praticano un campo di ricerca».
·         Momento rivoluzionario della scienza (fine Cinquecento-inizio Seicento):  il vecchio paradigma “normale”, con cui si interpretavano e si risolvevano i problemi dell'indagine naturale, non riesce più ad affrontare e a risolvere le “anomalie” che si presentano nella ricerca.
·        La nuova scienza sconvolge il sistema aristotelico, ma non è in grado di sostituirlo subito con un nuovo paradigma: si crea allora un vuoto che si cerca intanto di colmare non  con un sistema ordinato e sicuro, ma con un tumultuoso accumulo di dati che attingono alle fonti più variegate:  conciliazioni di opposti con lo strumento analogico della metafora, garante di molteplici punti di vista. “Rottura del cerchio”,  “perdita del centro”, due elementi geometrici che designano a un tempo un universo finito e l'idea di una perfezione fondata sull'armonia delle parti:  si reagisce con il bisogno di una soluzione unitaria, raggiunta però con tentativi di riorganizzazione artificiosa esibizionismo delle iperboli, in uno scenario dominato da una rete di sembianze illusorie. Trionfo dell’effimero.
·        Un poeta, l'elisabettiano John Donne (1572-1631), rappresenta ottimamente  l'angoscia degli uomini barocchi, per i quali una «new philosophy calls all in doubt», con la conseguenza che «'tis all in pieces, all coherence gone», costringendoli a riconoscere che «this world's spent, / when in the planets, and the firmament / they seek so many new», potendo solo constatare che il loro vecchio mondo «is crumbled out again to his atomies».
·        L'affermarsi della cultura barocca trova nel campo della retorica una sua motivazione parallela nella crisi degli endoxa, ovvero le premesse largamente condivise su cui si fonda la teoria dell'argomentazione.
·        Significativo a questo proposito è il titolo,  sconcertante dal punto di vista del significato, del Cannocchiale aristotelico di Emanuele Tesauro (un paradossale ossimoro,  l'equivalente nell'ambito delle scienze umane del sistema astronomico di Tycho Brahe, fatto proprio non a caso dai Gesuiti, secondo il quale i pianeti ruotano, come voleva Galileo, intorno al Sole ma questi comunque gira pur sempre intorno alla Terra immobile.
·        Inevitabilmente un'età così piena di contrasti come il Seicento, con tanti aspetti a volte anche opposti che convivono fianco a fianco, confondendosi e sovrapponendosi perfino in una stessa personalità, non può essere ridotta a un'unica cifra. Il classicismo, mentre nel Cinquecento, essendo il gusto dominante, investiva ogni manifestazione, nel secolo successivo si organizza intorno a motivi polemici contro la moda corrente, dalla quale per altro non può mai dirsi del tutto immune, come se il tumulto barocco fosse intervenuto a mutare la precedente unità del sapere. I frammenti dell'antico vengono restituiti in una totalità nuova dove a segnare la fine del Rinascimento è la crisi del principio d'autorità.
·        Non è solo la nuova scienza di Bacone, Galileo, Cartesio, Pascal, Keplero a condannare l'ipse dixit: anche le poetiche ne sono partecipi.  Avendo perso sicuri punti di riferimento, si ricerca la novità, l'originalità, espressa anche con forme di ribellione che mal sopportano le regole e la tradizione. Comincia qui la secolare querelle des anciens et des modernes con il ritorno del topos prerinascimentale che paragona gli uomini del presente a nani sulle spalle dei giganti, superiori agli antichi non foss'altro per essere venuti dopo.
·        Il principio d'imitazione può anche non venir meno completamente, ma in questo caso si scelgono modelli eccentrici, emarginati o trascurati nel Cinquecento perché schiacciati da altre auctoritates.
·        Per una di quelle coincidenze che non sempre sono frutto di una «storia dello spirito», proprio nel periodo in cui la scienza moderna comincia a lottare per la sua affermazione sul paradigma aristotelico si assiste alla diffusione impetuosa del romanzo, antagonista, nell'invocare pluralismo di azioni e molteplicità di personaggi, della fissità dell'epica, il genere sovrano, insieme con la tragedia, del Rinascimento.
·        Non per nulla per Bachtin «il romanzo è l'espressione della coscienza linguistica galileiana che ha rinunziato all'assolutismo di una lingua unica e unitaria, non accettando più la propria lingua come solo centro semantico-verbale del mondo ideologico». Alla perfezione statuaria dei cieli tolemaici si addice la parola definitiva dell'epica, declamata da una tradizione orale che ne sancisce la sacralità immota; alla logica fermentante della scienza moderna, con la quale vengono distrutti la finitezza e l'isolamento dell'universo, può «essere adeguata soltanto la coscienza linguistica galileiana, incarnata dalla parola romanzesca».
·        Quanto alle  poetiche del Barocco esse guardano alle tradizioni ellenistiche,  da cui ricevere nuovi impulsi allo sperimentalismo ispirato al virtuosismo tecnico.
·        L'idea di eternità connaturata nel classicismo rinascimentale cede il posto ai giochi illusionistici, con l'osservatore che deve rinunziare a una visione frontale e definita, rimpiazzata da uno scenario mutevole.
·        Cardini del nuovo sistema letterario sono la metafora e la metamorfosi, due fenomeni che si possono interpretare come manifestazioni della perdita di punti sicuri di riferimento.
·        Le poetiche barocche si rendono conto che, contrariamente a quanto recita la definizione canonica e classica di metafora, questa non è una figura di sostituzione ma comporta un processo semantico di tipo additivo.
·         A essere infranto è il canone rinascimentale della chiarezza, della perspicuitas, oltre che dell'aptum, del conveniente, che le poetiche barocche spesso ignorano o trasgrediscono perché il loro interesse diventa piuttosto quello di ritrovare con ogni mezzo l'unità e la coerenza che si sono perdute da quando la scienza ha sancito il passaggio da un mondo chiuso a un universo infinito.
·        Ecco anche perché nel Seicento si dà tanta importanza all'ingegno, la facoltà mentale che trova relazioni tra cose apparentemente remote, facendo del «legamento» l'elemento cruciale di ogni poetica. Inutile precisare che dell'ingegno e della metafora tratta già Aristotele, ma è significativo che nel corso del Cinquecento i tanti commentatori della sua Poetica non abbiano dato loro la rilevanza che assumono nel secolo successivo.
·        E certo siano di nuovo alla Wunderkammer, comprensiva del raro, dell'esotico, del teratologico. Nondimeno la passione per l'eccentricità e per l'anomalia non nasce in realtà da un anelito ribellistico di infrazione, ma anzi dal suo contrario, dall'intento di controllare anche le eccezioni, trovando per esse una collocazione che vanifichi il loro sfuggente isolamento.
·        Alla legge della sprezzatura rinascimentale subentra quella dell'abuso, quando la bellezza non è più data dalla semplificazione ma dall'imprevedibile e dallo stravagante.

·        L'ipotesi che qui si è fatta è che la letteratura barocca non sia antinomica alla rivoluzione scientifica, ma ne costituisca, in ultima istanza e con molte mediazioni e concause, una  conseguenza. A suggestionare questa prospettiva è stato, nell'ultimo cinquantennio, l'affermarsi di una diversa periodizzazione centrata sul «primato della Rivoluzione scientifica» come svolta con cui rendere ragione dell'avvento del "mondo moderno", in sostituzione dell'impianto illuministico che aveva insistito, da Michelet a Burckhardt e fino a Gentile, sul «primato del Rinascimento». 
MERDEIDE DI TOMMASO STIGLIANI
A Vostra Signoria, che sente tanto gusto, giunto in Madrid, di anasare i puzzi di queste belle contrate, vien dedicata la presente Operetta, in lode della Merda, e delli Stronzi di Spagna, intitolata la Merdeide. Madrid (ovvero Merdid), 10 giugno 1628. 
 
D'Una Villa Real i sporchi umori 
Gran desio di catar m'ingobra il petto, 
E come in vece di purgati odori 
V'han li stronzi, e la merda albergo e letto, 
Ove il rio corre fetidi liquori, 
E le sue son di stereo ampio ricetto, 
E dei Theatri le superbe mura 
Ripiene son di cosi ria mistura. 
Muse, che tea i bei colli di Parnaso 
Godete il rezzo a l'aure d'Elicona, 
A questa riva non volgete il naso, 
Perche sol puzzo ogni lor mente intuona; 
Ma quando gite a scaricar nel vaso 
II ventre, che di peti alto risuona, 
Date spirto al mio canto, ond'egli chieggie 
Al suon de le dottissime correggie. 
 
Voi de la bella Italia incliti Eroi, 
Che in si fetido luogo il pie fermate, 
Scudo siate a miei detti accioché poi 
Trovino fede a la futura etate, 
Ne che lingua maledica m'annoi 
Scrivendo carte a i gusti Iberi ingrate; 
Ma il ver ridotto in questi rozzi accenti 
Diletto porti a le straniere genti. 
 
Nere battaglie di volanti Mosche, 
Descrive Homero, in suon polito, e grave, 
Del pizzicor di poche pulci, e fosche 
Fu il cantar di Virgilio anco soave; 
Altri cantar in Rime scelte, e Tosche 
La peste, il mal francese, ond'ogn'un pave, 
E perche non poss'io, con rozzo inchiostro 
Scriver (stronzi di Spagna) il pregio vostro.
[…]
Né il famoso Archimede, né il dotto Euclide, 
Né i loro matematici soggetti 
Fer si strane figure, e non si vide 
Tra li stromenti lor linee si rette:  
Angoli e quadri qui la merda incide, 
Forman li stronzi circoli perfetti, 
E con dimostration sporca, ma rara, 
La scienza Matematica s'impara. 

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