Post in evidenza

TRADUZIONI DI LATINO: FEDRO, POSTILLA SULLA CONTRASTIVA, TACITO, SENECA, AGOSTINO (in fieri)

FEDRO Lupus et Agnus Ad rivum 1  eundem 2  lupus et agnus venerant 3 , siti compulsi 4 . Superior 5  stabat 6  lupus, longeque 7  infe...

venerdì 15 aprile 2016

III PROVA di lunedì E DOMANDE: nuovo e vecchio repertorio, DISCORSO DI CREMUZIO CORDO

FEDRO
• ETÀ GIULIO-CLAUDIA
Principato gentilizio, ultimi anni di Augusto, dinastia giulio-claudia, vita culturale e letteraria, pp. 11-22; la favola, Fedro, pp. 27-31 e, dalle Fabulae, Il lupo e l’agnello, La parte del leone, La volpe e la cicogna, La volpe e l’uva, Il lupo magro e il cane grasso, Un aneddoto storico: Tiberio e lo schiavo zelante, pp. 33-38.
SENECA
Biografia, Dialogi, Epistole a Lucilio, stile e prosa senecani, tragedie, Apokolokynthosis, pp. 61-79; dal De brevitate vitae, È davvero breve il tempo della vita?, Solo il tempo ci appartiene, Il valore del passato, pp. 85-94; dal De tranquillitate animi, Quanta inquietudine negli uomini!, p. 95; da Epistulae ad Lucilium, Il viaggio e la libertà dell’animo, I vantaggi di una dieta vegetariana, pp. 103-105; dal De clementia, Nerone è più clemente di Augusto? p. 134, da Apokolokyntosis, Morte e ascesa al cielo di Claudio, p. 131; da Epistulae ad Lucilium, Uno sguardo nuovo sulla schiavitù, p. 146; da Epistulae ad Lucilium, Libertà e suicidio, p. 136. APPUNTI E POWER POINT (ancora sull'altro blog)
MARZIALE 
Vita e scelta epigrammatica, pp.283-296, con i tre epigrammi “dichiarazioni di poetica”, commentati in classe. (APPUNTI E BLOG vecchio: POWER POINT PAGINA NOSTRA HOMINEM SAPIT)
TACITO
Da power point e appunti: la questione della libertas; breve excusrsus sulla tolleranza.
Sul libro di testo: saltare solo il Dialogus de oratoribus. Agricola, Germania, Historiae e Annales.
QUINTILIANO
Da power point: il progetto pedagogico e educativo contro la decadenza dell’oratoria.
Da libro di testo: Institutio oratoria e Ritratto del maestro ideale.
NUOVO REPERTORIO DI DOMANDE
1) Descrivi forma e contenuti delle Epistulae ad Lucilium di Seneca. 
2) Dopo aver brevemente delineato il quadro culturale all'epoca di Ottaviano Augusto, individua  caratteristiche del genere "fabula" trattato da Fedro. 
3) Dopo aver delineato la situazione culturale a Roma all'epoca di Marziale, illustra la sua scelta epigrammatica, entrando nei dettagli della sua poetica. 
4) Com'è possibile dare un senso all'esistenza secondo Seneca? (introduci riferimenti a opere)
5) Pagina nostra hominem sapit: spiega il senso di questa citazione e approfondiscila.
6) Sintetizza il discorso di Cremuzio Cordo in Senato, rimarcandone l'intento comunicativo. 
RIPORTO QUI L'INTERO DISCORSO
Questo discorso di Cremuzio Cordo tocca alcuni tasti fondamentali e destinati a fondare discorsi morali, religiosi e politici (nonché intrecci fra tutti e tre)  per centinaia d’anni, fino ad arrivare a noi: il potere della parola, della memoria e il volto ambiguo della tolleranza.
Discorso in senato di Cremuzio Cordo (Annales, IV, XXXIV-XXXV)
Sotto il consolato di Cornelio Cosso e di Asinio Agrippa, Cremuzio Cordo fu accusato di un delitto nuovo e mai udito prima di allora: nei suoi scritti pubblicati in quel tempo, egli aveva lodato M. Bruto e aveva chiamato Cassio l’ultimo dei Romani. Gli accusatori erano Satrio Secondo e Pinario Natta; il fatto che questi fossero clienti di Seiano fu fatale a Cremuzio Cordo, dinanzi al quale, segno di cattivo augurio, stette anche il volto truce di Tiberio, nell’atto di ascoltare la difesa che l’accusato, ormai deciso a morire, pronunciò con queste parole: “O padri coscritti, a tal segno sono immuni da colpa le mie azioni, che sono divenute oggetto di accusa le mie parole. Esse, però, non si riferiscono né al principe né a sua madre, cui solo riguarda la legge di lesa maestà; sono accusato di aver lodato Bruto e Cassio, mentre  nessuno dei moltissimi che narrarono le loro imprese ebbe a ricordarli senza espressioni di lode e di onore. Tito Livio, tra tutti il più famoso per la solennità dello stile e la fedeltà storica, celebrò con lodi così grandi Gneo Pompeo, che Augusto lo chiamò Pompeiano, il che non  offuscò la loro amicizia. Così pure citò spesso come uomini insigni Scipione, Afranio e questo stesso Cassio  e lo stesso Bruto e mai li chiamò ladroni e parricidi, come ora si usa qualificarli. Gli scritti di Asinio Pollione tramandano splendida memoria di loro; Messalla Corvino elogiava Cassio come suo comandante, e l’uno e l’altro vissero in mezzo alle ricchezze e agli onori. In quale diverso modo Cesare dittatore confutò Cicerone, che in un suo libro aveva innalzato alle stelle Catone, se non con una semplice replica scritta, come se dovesse rispondere dinnanzi a dei giudici? Le lettere di Antonio, i discorsi di Bruto contengono molte aspre ingiurie contro Augusto, per verità solo dettate da spirito di calunnia; le poesie di Bibaculo e di Catullo sono piene di offese ai Cesari, eppure lo stesso divo Giulio e il divo Augusto le tollerarono e le lasciarono sussistere, non saprei se più per indulgenza o piuttosto per saggezza. Infatti se uno non raccoglie, disprezzandola, la calunnia ingiuriosa, essa cade nel silenzio; se invece si sdegna e si adira essa può anche sembrare vera.
Non parlerò dei Greci, presso i quali non solo le affermazioni della libertà, ma persino gli eccessi della licenza (libido) restavano impuniti, e se mai alcuno volle reprimerli, si vendicò delle parole con le parole. Quanto poi al giudizio pronunciato contro coloro che la morte aveva ormai riscattato dall’odio o dall’amore, esso fu sempre libero e senza oppositore alcuno. Forse che, mentre Cassio e Bruto occupano in armi i campi di Filippi, io, con i miei discorsi, accendo il popolo alla guerra civile?Non hanno forse diritto di conservare la loro memoria negli scritti degli storici essi che, morti ormai da settant’anni, sono rappresentati in quelle statue che nemmeno il vincitore osò abbattere? La posterità conferisce a ciascuno l’onore che merita, e non mancheranno coloro che si ricorderanno non solo di Cassio e di Bruto, ma, se la condanna mi sovrasta, si ricorderanno anche di me.” Uscito poi dal senato, si lasciò morire di fame. Il Senato decretò che per mano degli edili i suoi libri fossero arsi; furono conservati, invece, nascosti e poi pubblicati. Quanto più si deve sorridere della follia di coloro che, forti della loro presente potenza, credono che la memoria si possa spegnere anche nelle età che verranno; poiché, col tempo, si fa sempre più grande l’autorità degli uomini di carattere e di ingegno che furono colpiti da condanna e null’altro, se non disonore a sé, e gloria a quelli, hanno procurato re stranieri o tutti coloro che si servono di tale forma di persecuzione.
VECCHIO REPERTORIO DI DOMANDE 
  1. Il progetto educativo di Seneca: genesi di un fallimento.
  2. . Dalla iustitia alla clementia: ricostruisci il cambiamento di un orizzonte politico approdando poi al riferimento al De clementia di Seneca.
  3. . Furor e logos in conflitto sulla scena politica e nella dimensione tragica della Fedra di Seneca.
  4. . La prospettiva di Seneca sul tema della schiavitù.
  5. . Uno sguardo irridente sul potere: la zucchificazione dell’imperatore Claudio.
  6. . Il tema del tempo in Seneca (in riferimento al De brevitate vitae).
  7. . Decreta e praecepta in Seneca.
  8.  Il tema della decadenza dell’oratoria nel I secolo d. C.: cause storiche e modi di manifestarsi della medesima.
  9. . Il vir bonus dicendi peritus: da Cicerone a Quintiliano, un progetto culturale di formazione del cittadino al servizio dello stato.
  10. Il realismo politico in Tacito e in Quintiliano.
  11. . Agricola come modello di comportamento al servizio dello Stato.
  12. . L’opera storica con opus oratorium maxime e il proponimento di essere obiettivo: due principi contraddittori presiedono l’opera tacitiana.
  13. . Moralismo e realismo in Tacito.
  14. . Delinea il ritratto del maestro ideale proposto da Quintiliano, collocandolo all’interno della sua opera.






Nessun commento:

Posta un commento