A MIA MOGLIE(1 909-1910) anche sul Baldi
- Tu sei come una giovane,
- una bianca pollastra.
- Le si arruffano al vento
- le piume, il collo china
- per bere, e in terra raspa;
- ma, nell'andare, ha il lento
- tuo passo di regina,
- ed incede sull'erba
- pettoruta e superba.
- È migliore del maschio 1.
- È come sono tutte
- le femmine di tutti
- i sereni animali
- che avvicinano a Dio 2.
- Così se l'occhio, se il giudizio mio
- non m'inganna, fra queste hai le tue uguali,
- e in nessun'altra donna.
- Quando la sera assonna
- le gallinelle 3,
- mettono voci che ricordan quelle,
- dolcissime, onde a volte dei tuoi mali
- ti quereli, e non sai
- che la tua voce ha la soave e triste
- musica dei pollai.
- Tu sei come una gravida
- giovenca 4;
- libera ancora e senza
- gravezza 5, anzi festosa;
- che, se la lisci, il collo
- volge, ove tinge un rosa
- tenero la sua carne.
- Se l'incontri e muggire
- l'odi, tanto è quel suono
- lamentoso, che l'erba
- strappi, per farle un dono.
- È così che il mio dono
- t'offro quando sei triste.
- Tu sei come una lunga 6
- cagna, che sempre tanta
- dolcezza ha negli occhi,
- e ferocia nel cuore.
- Ai tuoi piedi una santa
- sembra, che d'un fervore
- indomabile arda,
- e così ti riguarda
- come il suo Dio e Signore.
- Quando in casa o per via
- segue, a chi solo tenti
- avvicinarsi, i denti
- candidissimi scopre.
- Ed il suo amore soffre
- di gelosia.
- Tu sei come la pavida
- coniglia. Entro l'angusta
- gabbia ritta al vederti
- s'alza,
- e verso te gli orecchi
- alti protende e fermi 7;
- che la crusca e i radicchi 8
- tu le porti, di cui
- priva in sé si rannicchia,
- cerca gli angoli bui.
- Chi potrebbe quel cibo
- ritoglierle 9? chi il pelo
- che si strappa di dosso,
- per aggiungerlo al nido
- dove poi partorire 10?
- Chi mai farti soffrire?
- Tu sei come la rondine
- che torna in primavera.
- Ma in autunno riparte;
- e tu non hai quest'arte 11.
- Tu questo hai della rondine:
- le movenze leggere;
- questo che a me, che mi sentiva ed era 12
- vecchio, annunciavi un'altra primavera 13.
- Tu sei come la provvida
- formica 14. Di lei, quando
- escono alla campagna,
- parla al bimbo la nonna
- che l'accompagna.
- E così nella pecchia 15
- ti ritrovo, ed in tutte
- le femmine di tutti
- i sereni animali
- che avvicinano a Dio;
- e in nessun'altra donna.
- MIO PADRE E' STATO PER ME L'ASSASSINO (1924)
Mio padre è stato per me l'"assassino",
fino ai vent'anni che l'ho conosciuto.
Allora ho visto ch'egli era un bambino,
e che il dono ch'io ho da lui l'ho avuto.
Aveva in volto il mio sguardo azzurrino,
5 un sorriso, in miseria, dolce e astuto,
Andò sempre pel mondo pellegrino;
più d'una donna l'ha amato e pasciuto.
Egli era gaio e leggero; mia madre
10 tutti sentiva della vita i pesi.
Di mano ei gli sfuggì come un pallone.
"Non somigliare - ammoniva - a tuo padre".
Ed io più tardi in me stesso lo intesi:
eran due razze in antica tenzone.
[da Autobiografia, 1924]
fino ai vent'anni che l'ho conosciuto.
Allora ho visto ch'egli era un bambino,
e che il dono ch'io ho da lui l'ho avuto.
Aveva in volto il mio sguardo azzurrino,
5 un sorriso, in miseria, dolce e astuto,
Andò sempre pel mondo pellegrino;
più d'una donna l'ha amato e pasciuto.
Egli era gaio e leggero; mia madre
10 tutti sentiva della vita i pesi.
Di mano ei gli sfuggì come un pallone.
"Non somigliare - ammoniva - a tuo padre".
Ed io più tardi in me stesso lo intesi:
eran due razze in antica tenzone.
[da Autobiografia, 1924]
PAROLE (1933-'34)
Parole,
dove
il cuore dell'uomo si specchiava
-nudo
e sorpreso- alle origini; un angolo
cerco
nel mondo, l'oasi propizia
a
detergere voi con il mio pianto
dalla
menzogna che vi acceca. Insieme
delle
memorie spaventose il cumulo
si
scioglierebbe, come neve al sole.
GOAL (c'è sul Baldi) 1934-'35
Il portiere caduto alla difesa
ultima vana, contro terra cela
la faccia, a non veder l’amara luce.
Il compagno in ginocchio che l’induce
con parole e con mano, a rilevarsi,
scopre pieni di lacrime i suoi occhi.
ultima vana, contro terra cela
la faccia, a non veder l’amara luce.
Il compagno in ginocchio che l’induce
con parole e con mano, a rilevarsi,
scopre pieni di lacrime i suoi occhi.
La folla - unita ebrezza - par trabocchi
nel campo. Intorno al vincitore stanno,
al suo collo si gettano i fratelli.
Pochi momenti come questo belli,
a quanti l’odio consuma e l’amore,
è dato, sotto il cielo, di vedere.
nel campo. Intorno al vincitore stanno,
al suo collo si gettano i fratelli.
Pochi momenti come questo belli,
a quanti l’odio consuma e l’amore,
è dato, sotto il cielo, di vedere.
Presso la rete inviolata il
portiere
- l’altro - è rimasto. Ma non la sua anima,
con la persona vi è rimasta sola.
La sua gioia si fa una capriola,
si fa baci che manda di lontano.
Della festa - egli dice - anch’io son parte.
- l’altro - è rimasto. Ma non la sua anima,
con la persona vi è rimasta sola.
La sua gioia si fa una capriola,
si fa baci che manda di lontano.
Della festa - egli dice - anch’io son parte.
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