Analisi del testo: Odisseo e Penelope
L’ultimo episodio del
poema epico L’Odissea esordisce con l’immagine di Odisseo che,
dopo essere uscito dalla vasca, rivolge alla moglie Penelope parole di
rimprovero per la sua durezza. Irritato, chiede poi all’ancella Euriclea di
preparargli un letto dove dormire da solo. Penelope, diffidente, approfitta di tale richiesta per ottenere
una decisiva conferma circa l’identità di Odisseo: ordina ad Euriclea di
portare fuori il letto dalla stanza. All’udire tali parole, l’eroe s’indigna
profondamente ed intraprende una dettagliata descrizione del giaciglio
costruito da lui, sottolineando il fatto che nessuno avrebbe potuto spostarlo
perché intagliato in un tronco d’ulivo. Il sincero sdegno di Odisseo è la
prova più chiara per Penelope, che
corre tra le braccia del suo sposo senza forze, commossa e definitivamente
convinta.
I
fatti raccontati in quest’episodio sono descritti in terza persona da un
narratore onnisciente, ossia l’autore del poema. La tecnica di scrittura, in analogia con il resto del poema, è caratterizzata da ripetitivi epiteti ed
aggettivi attribuiti ai personaggi del racconto. L’autore utilizza, come
specifico dei testi poetici, la suddivisione in versi, e vivacizza il
racconto con alcuni elementi espressivi e sintattici. Si possono osservare
alcune figure retoriche , che rendono più incisivo il messaggio trasmesso. La
similitudine più eclatante si
riscontra nei versi finali del passo analizzato. Essa paragona la gioia di
Penelope, che stringe fra le braccia lo sposo dopo vent’anni, al
sollievo dei naufraghi che
toccano terra dopo una tremenda tempesta. Nella similitudine c’è anche un
sottile ed allusivo slittamento dei ruoli: vengono enfatizzate non le
innumerevoli fatiche patite da Odisseo , alla disperata ricerca della via di
casa, ma si pone l’attenzione sulle angosciose sofferenze provate dalla sposa
nel sopportare una così penosa lontananza.
Un analogo slittamento si avverte considerando il comportamento di
Penelope. In esso, determinandolo,
prevale la volontà razionale di ottenere un segno inequivocabile
dell’identità di Odisseo, di raggiungere
la certezza assoluta che la
donna conquista vincendo in astuzia il marito stesso. L’attenzione si
concentra quindi nuovamente sulla
donna, che assume le caratteristiche intrinseche del personaggio di
Odisseo, intelligenza e astuzia, e l’affinità tra i due sposi risulta
palese. Fino all’ultimo momento le
aspettative create dall’autore non vengono soddisfatte, ma si palesano sempre
ulteriori ostacoli da affrontare e da risolvere. L’inganno
escogitato da Penelope ha fatto scaturire
nel marito una reazione d'ira causata dal timore che qualcuno abbia
potuto sradicare il suo letto, il che costituirebbe un
rischio di infedeltà da parte della sposa, che farebbe
sprofondare Odisseo nella
vergogna. Tale dubbio evidenzia quali
siano le concezioni dell’epoca riguardo al concetto di fedeltà. Il rispetto
delle promesse e delle scelte compiute
è sempre stato integrato alle tradizioni ed alla cultura di ogni popolo, ma anche
all’autocoscienza delle persone. Il
poema lascia trapelare un’immagine assai moderna di fedeltà, non solo legata
a vincoli coniugali, ma sorretta soprattutto da vincoli sentimentali. Odisseo,
seppur si sia unito nel letto con la maga Circe e abbia alloggiato a lungo
presso la dea Calipso, non tradisce mai la sposa perché le rimane sempre
fedele col pensiero e con il cuore. Questo importantissimo elemento è andato
un po’ disperdendosi nel corso della storia, ma oggi, dopo aver affrontato
una rivoluzione delle idee e delle modalità di pensiero, si ritorna ad un
concetto di fedeltà che riprende alcuni aspetti di quello omerico. Ci si
allontana dai vincoli e dalle tradizioni. La fedeltà oggi è sempre più
raramente parte integrante dell’impegno
assunto con l’altro: di certo le unioni si
sciolgono in tempi molto brevi, per motivi svariati, tra i quali dominano l'immaturità,
la leggerezza e la scarsa convinzione. Piuttosto essa trae alimento dal sentimento che fondamentalmente lega due
persone, ossia l'amore, perché, scomparso quello, non si può neanche parlare
d’infedeltà, nel senso comune del termine, ma
di disonestà o di assenza di
rispetto dell’altro.
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