Asinio Marrucino, non fai uso garbato della mano sinistra,
durante l’allegria suscitata dal vino. Tu togli il fazzoletto a chi è
distratto. Ti pare spirito questo? Tu non intendi, sciocco; è un atto quanto
mai triviale e sguaiato. Non mi credi? Credi a tuo fratello Pollione, che vorrebbe
ripagare i tuoi furti anche un talento; è infatti un giovanotto esperto di
finezze e di facezie. Pertanto o aspettati trecento endecasillabi, o
rimandami il fazzoletto che non mi preme per il suo costo, ma è un ricordo di
un mio compagno. Infatti mi mandarono in dono dall’Iberia fazzoletti Setabi
Fabullo e Veranio; conviene dunque che questi mi siano cari come il mio buon
Veranio e il buon Fabullo. [D’Arbela,
metà Novecento, trad. scol.]
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Messer Asinio, tua man sinistra
Mal per te adoprasi tra il vino e i giochi;
Tu da’ men cauti de’ moccichini
A tor se’ solito, che un atto forse
Leggiadro, e lepido è in tuo pensiero?
Ma sbagli, o stolido; ch’ella è poi questa
Quanto mai sordida villana cosa.
Nol vuo’ tu credermi? A Pollione
Germano credilo, che fin tuoi furti
Comprar vorrebbesi
con un talento;
Ch’ei di facezie, di grazie e Sali
È pur giovane ricco
e fecondo.
Perch’o tu aspettati fino a trecento
Endecasillabi: o che tu ‘l mio Moccichin rendimi; ch’io non
mi muovo
Già a dimandartene per quei ch’ei vale:
Ma perché e’ servimi d’un ricordino
Di caro Sozio; che di Xativa
Là da l’Iberia fero a me dono
Il buon Veranio, e l’ mio Fabullo
Di tai sudarii: e ben io deggio
Caro guardarmelo, quel ei m’è caro
Mio Veranniolo, e l’ buon Fabullo.
[Raffaele Pastore, 1797]
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Catullus, Liber,
carmen XII
Marrucine Asini, manu sinistra
non belle uteris in ioco atque vino:
tollis lintea neglegentiorum.
Hoc salsum esse putas? fugit te, inepte:
quamvis sordida res et
invenustast.
Non credis mihi? crede
Pollioni fratri,
qui tua furta vel talento
mutari velit: est enim
leporum
disertus puer ac
facetiarum.
Quare aut hendecasyllabos
trecentos
Exspecta aut mihi linteum remitte,
quod me non movet
aestimatione,
verumst mnemosynum mei sodalis.
Nam sudaria Saetaba ex
Hiberis
miserunt mihi muneri
Fabullus
et Veranius: haec amem necessest
ut Veraniolum meum et
Fabullum.
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