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TRADUZIONI DI LATINO: FEDRO, POSTILLA SULLA CONTRASTIVA, TACITO, SENECA, AGOSTINO (in fieri)

FEDRO Lupus et Agnus Ad rivum 1  eundem 2  lupus et agnus venerant 3 , siti compulsi 4 . Superior 5  stabat 6  lupus, longeque 7  infe...

martedì 4 novembre 2014

corti e trattati

UN’IDEA DELLE CORTI
·        Le corti quattrocentesche e cinquecentesche riescono a essere, nel contempo, luoghi aperti e chiusi:  forme istituzionalizzate di potere, ma fucine di  innovative idee artistiche, in ambito letterario, figurativo, teatrale, e di idee scientifiche e  politiche.
·        Di qui la volontà di pervenire alla definizione di modelli ideali, da quello del cortigiano a quello della lingua cortigiana (operazione omogeneizzante).
·        Corti culturalmente rilevanti fin dal primo Quattrocento:  Mantova, Urbino, Ferrara.
·        Fra le città  Milano (Visconti, Sforza), Firenze (dal 1434 Medici),  Roma e  Venezia.
·        In particolare Lorenzo de’ Medici, poeta, si fa promotore di molteplici iniziative letterarie e artistiche: dibattiti filosofici presso l’Accademia neoplatonica (Marsilio Ficino).
·        A Roma è a partire dalla metà del Quattrocento, con papa Eugenio IV, a attivarsi un centro di studi umanistici, poi papi umanisti come Pio II (al secolo Enea Silvio Piccolomini) e i papi del primo Cinquecento, di casa Medici, Leone X e Clemente VII (1513-21 il primo, 1523-34 il secondo).
·        Napoli è un altro centro culturale molto attivo, dove fiorisce l’accademia Pontaniana (dal Pontano, 1501) e l’intensa produzione di Iacopo Sannazzaro.
·        Nelle città si trovano svariati luoghi deputati allo scambio culturale: le università, ovviamente, e le biblioteche.
·        Si è anche verificata, tra l’altro, la grande rivoluzione legata alla nascita della stampa: i libri non sono più trascritti da amanuensi bibliotecari, ma vengono stampati in botteghe specializzate (Aldo Manuzio a Venezia)
PRINCIPIO DI IMITAZIONE E TRATTATI
·        Intorno al principio di imitazione e al concetto di modello si incentrano svariate discussioni di carattere filologico, storico, artistico.
·        Si cercano modelli, sulla base dei quali impostare il comportamento quotidiano, privato e collettivo.
·        L’effetto più diretto di questa tendenza alla formulazione di modelli e alla codificazione di regole cui attenersi è la diffusione della forma trattato.
·        La differenza sostanziale fra i trattati umanisti e quelli rinascimentali risale al fatto che i primi tendono a rifarsi agli antichi, i secondi a elaborare regole adeguate alle nuove realtà sociali.
·        Il trattato è un’opera in prosa destinata a un fine preciso: l’analisi di un problema in tutti i suoi aspetti, la dimostrazione di una tesi la cui validità risulti dalla confutazione di quelle contrarie.
·        Il trattato può avere o la forma di un’esposizione (come nella Poetica) o quella di un dialogo (come in Platone e Cicerone).
·        Notevolmente presente già in età medievale (De Monarchia di Dante, Summa teologica di Tommaso) la trattatistica ha un particolare sviluppo nel Quattrocento e resta un genere di primo piano anche nel Cinquecento.
·        Argomenti della trattatistica: tema della formazione dell’uomo, in  considerazione del fatto che si pensa (Leon Battista Alberti, Pico della Mirandola),  che all’essere umano siano aperte tutte le possibilità di sviluppo immaginabili, ivi compresa quella di innalzarsi fino a Dio.
·         Il trattato di Baldesar Castiglione intitolato Il Cortegiano (pubblicato nel 1528) appartiene al genere indirizzato a delineare (e diffondere) le caratteristiche di un ideale umano.
·        Il trattato è dialogico, in quattro libri,  ed è ambientato alla corte di Urbino, dove si immagina che alcuni ospiti si impegnino per quattro serate in altrettante conversazioni tese a delineare la figura del perfetto cortigiano.
·        Si passa dalle qualità fisiche e morali  al modo in cui il cortigiano deve fare ricorso a queste qualità a seconda delle circostanze.
·        Nel quarto libro illustra  il fine ultimo a cui deve tendere il cortigiano: essere consigliere coraggioso e sincero del principe, che da lui deve essere spinto a imprese  virtuose, magnanime, liberali, indirizzato a non apprezzare l’adulazione ma la sincerità.

·         Nell’ampia gamma di temi della trattatistica figura anche l’arte di morire, opera anonima diffusissima nella seconda metà del Quattrocento, che ebbe sino al secolo successivo inoltrato un’enorme quantità di traduzioni e rifacimenti. 

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