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TRADUZIONI DI LATINO: FEDRO, POSTILLA SULLA CONTRASTIVA, TACITO, SENECA, AGOSTINO (in fieri)

FEDRO Lupus et Agnus Ad rivum 1  eundem 2  lupus et agnus venerant 3 , siti compulsi 4 . Superior 5  stabat 6  lupus, longeque 7  infe...

martedì 4 novembre 2014

IV CANTO DANTE

IV CANTO
·        Inizia con un’articolata riflessione su ciò che accade,  quando si è concentrati ad avvertire un dolore o un piacere, a livello di percezione del tempo. Interpone anche una critica a chi ritiene che in noi operino più anime stratificate e non comunicanti.
·        Tutto ciò per dire che mentre Manfredi gli parlava, ha perso completamente il senso del tempo e si è ritrovato come d’un tratto ad aver passato due ore e 20, proprio in corrispondenza del punto richiesto alle anime, da cui poter salire con miglior agio sul monte (vv. 1-18).
·        Similitudine per  descrivere la strettezza del sentiero che viator  e Virgilio a questo punto intraprendono, allontanatasi ormai da loro la schiera di anime. Catena di similitudini geografiche per sottolineare quanto la salita sia aspra e difficile, tanto che ci vorrebbero le ali;  inoltre il passaggio è roccioso e i due si trovano a passare in mezzo a fenditure.
·        Dante volge lo sguardo verso la spiaggia e poi al sole, e si stupisce di vederlo transitare da nord, dalla direzione opposta a quella cui è abituato: è Virgilio a spiegargli che si trovano nell’altro emisfero.
·        Non appena Virgilio ha terminato la sua spiegazione si ode una voce levarsi e dire che,forse, prima di giungere al riposo finale Dante avrà bisogno di riposi intermedi, precisamente di sedersi.
·         Entrambi i viaggiatori si voltano e scorgono per cominciare un grosso masso e poi, ferme all’ombra di questo, delle persone in attitudine negligente. Una di queste persone pare a Dante più negligente delle altre, col viso basso e le ginocchia abbracciate.
·        Costui, allora, alza il volto, li guarda e dice con ironia a Dante di andar lui sopra se è tanto bravo.
·        Riconoscimento:  a Dante vien  da ridere,  gli si rivolge chiamandolo Belacqua e gli chiede come mai sia lì, se attenda qualche scorta o se sia stato colto dal suo vizio capitale, la pigrizia.
·        Belacqua gli risponde rivelandogli la legge purgatoriale secondo cui deve rimanere nell’antipurgatorio tanto quanto ha vissuto, perché ha indugiato a pentirsi dei suoi peccati fino in punto di morte, a meno che buone preghiere, cioè preghiere di anime buone non abbrevino la permanenza.
Virgilio sprona Dante a proseguire perché è già mezzogiorno, così come nell’altro emisfero è mezzanotte.
APPROFONDIMENTO AL IV CANTO: BELACQUA E L’IRONIA NELL’ALDILA’
·        Belacqua come  un controcanto alla figura di Catone.
·        Nel linguaggio dell’ironia, Belacqua  può essere concepito come un anti Catone, come il rovesciamento della severità austera, della sollecitudine alla purificazione di cui il guardiano si è fatto fin da subito testimone per i pellegrini.

·        Il lento Belacqua, posizionato dietro a un  gran masso, tutto chiuso su se stesso quasi a risparmiare energie nell’occupare lo spazio, lento persino nell’emettere parole, e incline a racchiudere anche gli altri nel cerchio della sua pigrizia (      quando suggerisce a Dante che forse avrà bisogno di sedersi prima di arrivare in cima o ironizza sulla sua bravura nel salire), sembra una blanda caricatura di anima purgatoriale.

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