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mercoledì 14 gennaio 2015

UN BAULE PIENO DI MERAVIGLIE - COMMEDIA DELL'ARTE

UN BAULE PIENO Dl  MERAVIGLIE
·        La storia delle arti è un baule pieno di meraviglie, la variante  caotica, nel mio immaginario, dei cabinets de merveilles, o wunderkammer.
·        Un primo effetto percepibile, quando si sollevi il coperchio del baule dell’arte è la meraviglia che si prova di fronte allo straordinario o, variante non trascurabile, di fronte all’ordinario che si decida di guardare da sotto in su o di sbieco o dal di dentro o da un punto comunque imprevedibile, magari proibito.
·        La  “commedia dell’arte”, facendo inizialmente astrazione dalla definizione precisa  celebra fin dalla denominazione questa idea:  quintessenza di giocosa, consapevole teatralità, ovvero arte deputata a far  “guardare” (da θεάομαι), a essere  spettatori volontari e consapevoli dello spettacolo del mondo.
LA COMMEDIA DELL’ARTE
·        Il teatro,  in un arco cronologico compreso fra l’inizio del XVI secolo e la fine del XVIII, è stato principalmente prodotto da quelle che erano le compagnie di mestiere italiane
·         “Arte” quindi va inteso nel senso di mestiere, con ripresa della nozione già medievale del termine, che veniva riferito a mestieri governati da statuti e contratti professionali.
·          Repertorio molto vario, certo non solo comico:  nel suo momento di massima espressione, da una parte il patrimonio degli attori della commedia dell’arte italiana era ricchissimo e variegato, e trovava il suo più ampio sfruttamento in territorio italiano, mentre le corti europee tendevano a rivolgersi ai nostri attori perché esportassero un patrimonio semplificato con maschere e stilizzazioni comiche.
·              Di qui una sorta di progressivo indebolimento della commedia dell’arte, alla quale anche l’opera in musica iniziò a sottrarre alimenti, essendosi impadronita del genere misto (prima detenuto appunto dai comici dell’arte) e avendo a disposizione più denaro e mezzi tecnici per realizzarlo.
·              La compagnia è la principale struttura costitutiva e distintiva della Commedia dell’Arte (Italia,  metà del XVI secolo) . Un primo documento che serve a testimoniarne l’esistenza risale al 1545 (Padova, “fraternal compagnia” destinata a durare dalla prima domenica dopo la Pasqua alla Quaresima dell’anno successivo, organizzazione gerarchica, con un capo al quale è dovuta obbedienza, una mutua assistenza e un mutuo soccorso fra i membri in caso di malattia, una cassa comune, ma anche una perdita di tutti i diritti (con aggiunta di pene pecuniarie) per chi abbandoni la compagnia.
·               Altri documenti successivi a questo testimoniano di un’organizzazione di tipo solidale e assembleare,
·              Traccia di tentativi di fondare compagnie stabili dell’Arte, legate ad esempio a corti, ma con  una propria indipendenza artistica: Giovanni de’ Medici, figlio di Cosimo, fra il 1613 e il 1621 si servì delle relazioni diplomatiche che il suo status familiare gli metteva a disposizione per governare un drappello di attori e attrici di qualità, attivi con successo nelle principali corti italiane (capocomico Flaminio Scala).
DRAMMATURGIA DELL’ARTE
·        Basilare la distinzione fra parti e ruoli.  Le parti esistono già anticamente, mentre i ruoli sono un’elaborazione posteriore rimasta fin oltre i limiti dell’antico regime. Sono  Vecchi innamorati, Zanni, Servette, Capitani.
·        I vecchi, Magnifico o Pantalone o Tartaglia o Cola, sempre dotati di maschera e non sempre recitando in dialetto, sono ricchi e sentenziosi, ma non sempre resi delle macchiette
·         Gli Innamorati, sempre in cerca di amanti, non portano maschere, generalmente parlano il toscano aulico della tradizione petrarchesca e sono esposti a avventure commoventi, che oggi diremmo romanzesche.
·         I Capitani, amanti spesso non riamati, surrogano il valore militare con abiti spettacolosi per colori e ornamenti, e l’impotenza sessuale con interminabili tirate in lingua ora spagnola ora tedesca ora napoletana, ricorrendo anche all’italiano purché gonfio di contorsioni retoriche.
·        Immutabili invece le funzioni svolte dagli Zanni, generalmente distinti in due tipologie: l’astuto,  intelligente e intrigante e  un secondo Zanni pasticcione balordo e quasi demente, dotato di un fisico acrobatico e di insaziabili appetiti sessuali e gastrici, più diabolico folletto che servitore.
Fra le  parti femminili, quella più di spicco è la Prima Amorosa, di solito l’attrice gerarchicamente superiore, seguita dalla Seconda Amorosa.

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