Vides ut alta stet nive
candidum
Soracte nec iam sustineant onus silvae laborantes geluque flumina constiterint acuto? |
RAMOUS
Guarda la neve che imbianca tutto il Soratte e gli alberi che gemono
al suo peso, i fiumi rappresi nella morsa del gelo.
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MANDRUZZATO
Vedi il Soratte splendere di nevi profonde. Ogni boscaglia,
affaticata, non regge il peso. Ogni corso d’acqua s’indurisce nel gelo
penetrante.
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LEOPARDI
Vedi, che il gelido Soratte è
candido
di neve rigida, e i boschi piegano
dal gelo, che a' fiumi l'onda
rattien tra sponda, e sponda.
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CANALI
Guarda come si erge candido
d’alta
neve il Soratte ! I boschi al peso
non reggono, fiaccati, e per l’acuto gelo
si sono rappresi i fiumi.
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Nessun traduttore considera rilevante il punto
interrogativo della proposizione principale “Vides”. Canali sceglie di renderlo
esclamativo, ma in tutte le traduzioni si perde il carattere interlocutorio, intimo,
creato dalla domanda, certo retorica, posta a Taliarco, il re del banchetto.
Tra le rese di sustinenant, risulta poeticamente efficace quella leopardiana, “e
i boschi piegano dal gelo”, che rappresenta certo una libera interpretazione di
sustineant e di laborantes, ma permette anche un efficace collegamento con l’immagine
dell’onda che “rattiene tra sponda e sponda”. Analogamente poetica la scelta di
Ramous, “gli alberi che gemono al suo peso”, con cui viene suggerita una
sinestesia. Più letterale, come al solito, la traduzione di Canali, traduce sia
acuto con acuto (morsa del gelo in Ramous) sia constiterint con sono rappresi.
MIA TRADUZIONE
Vedi come si erge
candido di neve il monte Soratte? Come il bosco, preda d’affanno, non regga il
peso e i corsi d’acqua si congelino?
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