Post in evidenza

TRADUZIONI DI LATINO: FEDRO, POSTILLA SULLA CONTRASTIVA, TACITO, SENECA, AGOSTINO (in fieri)

FEDRO Lupus et Agnus Ad rivum 1  eundem 2  lupus et agnus venerant 3 , siti compulsi 4 . Superior 5  stabat 6  lupus, longeque 7  infe...

domenica 22 novembre 2015

DUE DESERTI

Ho letto tanto, in questi giorni, per cercare di capire. E, come sempre accade quando si compie uno sforzo di comprensione, da un percorso di analisi si passa a due, poi tre, poi dieci, mentre i sentieri dell’intendimento non solo si biforcano ma si moltiplicano, sono su piani differenti, in dimensioni differenti e le voci da ascoltare sono cori, nemmeno ben assortiti, sicché a un certo punto viene voglia di tapparsi le orecchie e l’anima e  non udire più nulla, nascondersi da qualche parte a dormire o sorridere stancamente e senza gioia di qualunque cosa non impegni troppo l’intelletto.
A forza di insistere, però, a forza di cercare dove sia la piaga, per metterci il dito dentro e non sentirsi ipocriti, mentitori, doppiogiochisti, si viene ricompensati e un improvviso svelamento sopraggiunge, finalmente, a premiare tanta perseveranza. 
Nelle pagine di  un saggio, dedicato allo jihadismo, ho trovato un’immagine che mi ha illuminata. Un deserto. Il deserto che l'ISIS sceglie ripetutamente come sfondo delle proprie foto propagandistiche. Dune, davanti alla quali uomini in nero imbracciano fucili, distese di sabbia infuocata e gelida inadatte alla vita, ma ideali per rappresentare un progetto:  l’annientamento di un mondo che merita di essere polverizzato. Si può spingere l’immaginazione fino al punto di vedere i vortici di vento che spazzano palazzi e ponti,  insediamenti che duravano da millenni e che vengono in un attimo ridotti ai minimi termini di pietrisco e arena, destinati a perdurare nel tempo forse di là dai confini dell’umano. E questo è il deserto numero uno.

Ora, il numero due. Non è frutto di propaganda concertata, non è visibile ma occulto e pervasivo. È ovunque, negli occhi e nell’interiorità della maggioranza di noi,  forse di tutti noi, contrapposti a loro a dispetto di un’evidente, non esaltante per nessuno, somiglianza. Involucri vuoti, sacchetti pronti a riempirsi di qualsiasi pattume, desertificati nell’intimo, portatori dell’ideologia della desertificazione, a livello ambientale, umano, organizzativo, lavorativo, politico, scolastico, intellettuale, culturale. Deserto ovunque, asfissia. Quali sono i nostri valori? Quale pienezza opponiamo al progetto di annientamento della nostra civiltà che gli uomini in nero sullo sfondo del deserto stanno perseguendo? Negli spazi vuoti venutisi a creare si insinua di tutto: paura, risentimento, odio, ma soprattutto quantità esponenziali di stupidità. Non più solo banale, il male è profondamente stupido e sarebbe sufficiente, per sgominarlo una volta per tutte, un soprassalto di vera intelligenza. Siamo intenzionati ad alzare il velo, dovremmo dire tutti insieme. Siamo intenzionati a riempire il vuoto che abbiamo creato in noi con parole attive, feconde,  creative. Cosa stiamo ancora aspettando per ribellarci sul serio alla dittatura della stupidità? 

Nessun commento:

Posta un commento