« Sono sotto questo camino e guardo su, in alto,
il piccolo tondo azzurro, e il solo bene che mi è stato
dato, esso mi appartiene. Ecco che in questo tramonto,
io lascio le mie ultime volontà. I miei piedi sono uniti,
e le scarpe posano come quella mattina quando fatico-
samente discesi fino ad esse, ed io le lascio qui, così....
come le avevano preparate loro. Pena ! Rete ! Lama !
Voi mi daste queste scarpe perchè io camminassi so-
pra la terra non è vero ? Forse io dovevo camminare
fino a che non fossero tutte consumate ? Se mi aves-
sero sempre portato come oggi io potrei lasciare sta-
sera un vecchio paio di scarpe rotte quaggiù, ma siccome
sempre mi fecero camminare in splendide vetture, e vi
fu chi si ebbe cura di ripulirle e lucidarle sempre, quasi
avesse presentito che in fondo erano il mio solo bene ter-
reno, esse sono ancora in buono stato, sono ancora belle,
lucide, e il loro suolo non è punto consumato. È la sola
cosa eh' io posseggo e eh' io vi possa lasciare, o uomini,
esse mi legarono a voi, e più sarete ora persuasi che
non valevo gran che, valevo questo paio di scarpe, ec-
cole. Mi chiamaste coi nomi più belli, mi strisciaste i
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vostri inchini più profondi, mi adoraste come una reli-
quia, come un santo, poi vi siete accorti che cosa io
valevo e mi avete disprezzato, calpestato come un ret-
tile, ingiuriato, condannato come un assassino o un
ladro, e mi voleste per sempre lontano da voi, per
dimenticarvi, per sempre di me. Voleste tante cose da
me, che io vi dettassi il Codice, eccolo, questo solo
può essere il Codice di colui che vi piacque di chia-
mare Perelà, io ve lo lascio, esso manteneva sopra la
terra la mia unica virtù. E in questo bel tramonto
una piccola nube grigia in forma di uomo, le nubi
hanno tante forme, volerà su su, traverserà lo spazio,
l'orizzonte verso il sole, nessuno la scorgerà, forse
una povera donna, che avrà per me un ultimo sin-
ghiozzo. A lei tutto il mio pensiero in questo istante, a
lei che neppure potè capire quello che io- ero sola-
mente : leggero leggero leggero leggero ».
Neil' uscire le gambe dalle scarpe cade a terra un
piccolo disco roseo di cartone, la tessera, e l'ultimo
sguardo dell'uomo sulla terra si posa sull'ultima sua
parola « et ultra ».
— Udite ! Tutti ! Venite qua ! Correte ! Qua.... con
me ! Vili ! Vili tutti ! Correte....
• — La Marchesa Di Bellonda !
— La Marchesa di Bellonda !
— È impazzata !
— 267 —
— Udite ! Lassù !... nella cella.... Perelà.... non e' è
più ! lo sono andata a portargli il fuoco per la notte,
non e' è più.... la cella è vuota.... sotto il camino non
ci sono più che le sue scarpe !...
— È fuggito !
— È fuggito !
— No ! È volato !
— Dove ?
— Come ?
— Dove ?
— Al cielo !
— Pazza !
— Pazza !
— Guardatela, impazzisce !
— Impazzisce !
— È pazza !
— Cani !
— Prendetela !
— Vili !
— Ha il delirio !
— Vigliacchi !
— Pigliatela !
— È pazza !
— È volato !
— È pazza !
— Seguitemi.... seguitemi tutti.... via.... andiamo
via a uccidere.... a raccontare.... per uccidere.... biso-
gna uc Ah !...
— È pazza !
~ 20* —
— È caduta pazza !
— È caduta pazza, pigliatela !
— No ! Non vi avvicinate !... è caduta morta. Ha
voluto troppo correre.... povera donna, le è scoppiato
il cuore.
SUA LEGGEREZZA PERELA
— Come è solcato oggi il cielo 1 sembra un popolo
nuovo, di uomini nuovi, non è vero ?
— « Davvero.
— Guardate ! Guardate !
— Guardate che cosa e' è lassù nel cielo !
— Fammi volare, amore !
— Aquile bianche, candide aquile, come cigni, vanno
su, su, vanno coi loro becchi adunchi....
— Vanno a strappare a Dio il velo sopra il suo
mistero !
— Ma che !
— Quelle bandiere lassù, salgono a schiaffeggiare
l'azzurro col sangue della loro vittoria !
— Ma che !
— Come il cielo è solcato !
— Fammi volare, amore !
— Quegli uomini vanno a consegnare di propria
mano a Dio la loro anima !
— Ma che !
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Dove vanno ?
Vanno a cercare Per eia.
Perelà !
Perelà ?
Il signor Perelà ?
Firenze, 1908- 1910.
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