Girerò per le strade finché non sarò stanca morta
saprò vivere sola e fissare negli occhi
ogni volto che passa e restare la stessa.
Questo fresco che sale a cercarmi le vene
è un risveglio che mai nel mattino ho provato
così vero: soltanto, mi sento più forte
che il mio corpo, e un tremore più freddo
accompagna il mattino.
Son lontani i mattini che avevo vent'anni.
E domani, ventuno: domani uscirò per le strade,
ne ricordo ogni sasso e le strisce di cielo.
Da domani la gente riprende a vedermi
e sarò ritta in piedi e potrò soffermarmi
e specchiarmi in vetrine. I mattini di un tempo,
ero giovane e non lo sapevo, e nemmeno sapevo
di esser io che passavo - una donna, padrona
di se stessa. La magra bambina che fui
si è svegliata da un pianto durato per anni
ora è come quel pianto non fosse mai stato.
E desidero solo colori. I colori non piangono,
sono come un risveglio: domani i colori
torneranno. Ciascuna uscirà per la strada,
ogni corpo un colore-perfino i bambini.
Questo corpo vestito di rosso leggero
dopo tanto pallore riavrà la sua vita.
Sentirò intorno a me scivolare gli sguardi
e saprò d'esser io: gettando un'occhiata,
mi vedrò tra la gente. Ogni nuovo mattino,
uscirò per le strade cercando i colori.
Cesare Pavese, Lavorare stanca, Agonia.
Cesare Pavese (Santo Stefano Belbo, 1908 - Torino, 1950). Traduttore e autore di poesie-racconto, di romanzi, di racconti e di dialoghi ispirati al mito, Cesare Pavese ha lasciato testimonianza della sua vita e della sua opera nell'intenso diario intitolato Il mestiere di vivere, dal quale si possono tra l'altro ricavare utili strumenti per l'intendimento della sua opera. Le poesie-racconto sono contenute nella raccolta, pubblicata nel 1936 e via via arricchitasi di testi, Lavorare stanca: si tratta di poesia d
Cesare Paveseiscorsiva, ancorata alla realtà, che trae ispirazione dalla vita quotidiana, cittadina o rurale, da vicende colte nell'istante, di passaggio, da un poeta che ora osserva ora si immedesima, creando un caleidoscopio di immagini e di personaggi comuni eppure sconosciuti. Solitudine e incuranza gli uni degli altri sono il cancro ignorato (magari non da tutti) che cova nel profondo della società: come si legge nell'ultima pagina del Mestiere di vivere, "Ti stupisci che gli altri ti passino accanto e non sappiano, quando tu passi accanto a tanti e non sai, non t’interessa, qual è la loro pena, il loro cancro segreto?"
COMPRENSIONE
1) Riproduci il contenuto del testo poetico sopra riportato.
ANALISI
2) La poesia di Pavese si muove su due piani: quello dell'introspezione e quello della descrizione, che talora si intrecciano; analogamente sono presenti diversi piani temporali. Concepisci un'analisi che metta in evidenza queste compresenze e intersezioni, corredandola con commenti utili a esplicitarne il senso comunicativo.
3) Soffermati sul tema dei "colori", ai quali viene assegnata una valenza simbolica, per esplicitarla e intenderla.
APPROFONDIMENTI
Ricostruisci il quadro della poesia novecentesca (dalle avanguardie storiche a Ungaretti, Saba, Montale, Quasimodo, senza trascurare i modelli ottocenteschi di riferimento) al fine di collocare opportunamente la poesia di Pavese, riconoscendo affinità e differenze rispetto agli autori citati.
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