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TRADUZIONI DI LATINO: FEDRO, POSTILLA SULLA CONTRASTIVA, TACITO, SENECA, AGOSTINO (in fieri)

FEDRO Lupus et Agnus Ad rivum 1  eundem 2  lupus et agnus venerant 3 , siti compulsi 4 . Superior 5  stabat 6  lupus, longeque 7  infe...

domenica 30 novembre 2014

ARRIVIAMO A TASSO SUL FILO DELLA FOLLIA

·        Arte e immaginazione del Medioevo e del Rinascimento non erano esclusivamente razionali, ma esprimevano fantasie insensate (ad esempio i mostri dei bestiarî) e il mondo della follia non era separato da quello della ragione.
·        Nel XVII secolo si colloca una svolta che è stato in particolare Michel Foucault a identificare: nel 1600 si sono scisse ragione e sragione e poi è nato un nuovo tipo sociale, l’individuo che è da internare perché offre un esempio di esistenza orientata verso il disordine.
·        Nel 1500 però siamo ancora di qua dal confine segnato da Foucault: la follia non solo è ancora entro i confini dell’io di chiunque (si pensi al Orlando nel poema ariostesco, ma è addirittura sfruttata come procedimento critico e conoscitivo.
·        L’elogio della follia di Erasmo da Rotterdam è l’opera che, nel ‘500, meglio rappresenta questo filone del pensiero. Composta da Erasmo nel 1509, durante il suo secondo soggiorno inglese, fu pubblicata a Parigi nel 1511 con titolo greco e latino: Morias Encomion seu Stultitiae Laus,
·        La pazzia è figlia di Plutone e della Giovinezza, è nata nelle isole Fortunate ed è stata istruita da Ubriachezza e Ignoranza; nel suo corteggio sono Amor Proprio, Adulazione, Oblio, Odio della fatica. Parla di fronte a una grande assemblea che riunisce tutte le nazioni le classi e le età e annuncia il proprio intento di tessere l’elogio di sé: tutti si ispirano a lei, ma nessuno la loda mai platealmente.
·        “Come non c’è stoltezza maggiore di una saggezza inopportuna, così non c’è maggior imprudenza di una prudenza distruttrice. Fa molto male chi non si adatta ai tempi e alle circostanze, […] chi pretendesse che la commedia non sia più commedia. Invece è da uomo veramente prudente, una volta che siamo mortali, non aspirare a una saggezza superiore alla propria sorte. Bisogna rassegnarsi o a chiudere un occhio qualche volta, insieme a tutta l’immensa folla degli uomini, ovvero a commettere errori, umanamente. Ma questo, diranno, sarebbe un agire da dissennati. Non lo negherei, purché d’altra parte non si conceda, che tale è la vita, la commedia della vita, che recitiamo”.
UN SECOLO DOMINATO DALL’OSSESSIONE PER LE NORME
·        Il 1500 è un secolo dominato, fra l’altro dall’ossessione per le  norme: estetiche, comportamentali, religiose, esse vengono stilate e fatte applicare da autorità severe come i tribunali dell’Inquisizioni o le accademie.
·        Fioriscono trattati e manuali di comportamento e di condotta, e il clima normativo è reso anche più incombente dalla necessità, emersa nel Concilio di Trento, di impedire il diffondersi di movimenti collegati con la Riforma protestante, controllare e regolamentare il diffuso bisogno di religiosità che, in forme non istituzionali, appare presente nella società del primo Cinquecento, dominare definitivamente la cultura delle campagne dove non solo sopravvivevano ma riemergevano tradizioni folkloriche e pratiche magiche.
·        Le istituzioni della Controriforma sono quindi l’edificio normativo a cui devono commisurarsi sia la circolazione delle idee tra gli intellettuali sia le culture subalterne o cosiddette devianti.
·        SI crea un immane corpo istituzionale, separato e gerarchizzato, che ha un rapporto evidente di omologia con altri momenti di organizzazione normativa e gerarchica della società e della cultura: le gerarchie sociali e la rifeudalizzazione, le regole del comportamento cortigiano, l’organizzazione separata degli intellettuali nelle accademie. In questa fase, significativamente,  il Concilio di Trento riesce a influenzare la letteratura, attraverso una rigorosa precettistica di tipo contenutistico e morale.

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