Concepite uno
svolgimento in forma di articolo di giornale, da pubblicare sul giornalino
scolastico, che verta su questo argomento: lo spreco del denaro pubblico. Ricordatevi di dare un titolo allo svolgimento e di sfruttare i documenti sotto riportati (oltre eventualmente ad altri trovati da voi)
1)
Internazionale,
numero 967, 21 settembre 2012, editoriale di De Mauro
Imbarazzo
La cifra è di quelle così grandi da
sembrare un errore: 43,3 miliardi di euro. Sono i soldi dei fondi strutturali
europei che finora l’Italia non è riuscita a investire e che alla fine del 2013
non potrà più usare. I calcoli sono della ragioneria dello stato. Per il
periodo 2007-2013 a favore dell’Italia sono stati stanziati 59,4 miliardi di
euro e al 30 giugno 2012 ne erano stati spesi solo 16,1. Soldi destinati
soprattutto alle regioni meridionali.
“Sulle cause si è discusso a lungo”, ha
scritto Sergio Rizzo sul Corriere della Sera, “spesso si tira in ballo la
scarsa (o scarsissima) capacità progettuale delle amministrazioni locali o
centrali. Ma non c’è dubbio che ci sia anche il concorso dell’indolenza
burocratica e di una certa miopia della politica”.
Il ministro della
coesione territoriale Fabrizio Barca e il governo di Monti hanno cercato di
spingere sull’acceleratore: riprogrammando, stimolando, controllando. E
lanciando Open
Coesione, un sito dove tutti possono verificare l’uso dei fondi e
seguire uno per uno i 473.048 progetti avviati.
In Europa l’Italia è al terzo posto tra i
paesi che ricevono più soldi da Bruxelles (dopo Polonia e Spagna) e al secondo
tra quelli che li usano di meno (dopo la Romania). Ma, soprattutto, l’Italia è
un contribuente netto al bilancio comunitario: ha versato nelle casse europee
più di quanto abbia ricevuto sotto forma di aiuti.
Il presidente della repubblica ha detto
che è arrivato il momento di voltare pagina, di farla finita con le opere
incompiute e di mettersi d’impegno per usare i soldi. Ha parlato di “imbarazzo”
e “di grande spreco” di soldi che potrebbero far crescere il sud, uno spreco
ancora più insultante perché “sono in qualche modo soldi nostri, che vengono
dalle nostre tasche, dal nostro lavoro”. Il presidente era Carlo Azeglio
Ciampi, nell’ottobre del 2000.
2)
Scalfari su “Repubblica” del 30. IX. 2012
“Restano comunque cinque mesi di lavoro al governo attuale e
alla maggioranza che lo sostiene. I problemi che attendono soluzione sono i
seguenti:
1 - Una nuova legge elettorale.
2 - La legge contro la corruzione.
3 - Una legge costituzionale che riesamini il titolo V della Costituzione per quanto riguarda le competenze tra Stato e Regioni.
4 - Il taglio della spesa corrente e la riduzione delle accise e delle imposte sui lavoratori e sulle imprese, cioè una riqualificazione fiscale nell'ambito del poco tempo disponibile.
5 - Ammortizzatori sociali capaci di attenuare le rabbie accese dalle crisi aziendali.”
1 - Una nuova legge elettorale.
2 - La legge contro la corruzione.
3 - Una legge costituzionale che riesamini il titolo V della Costituzione per quanto riguarda le competenze tra Stato e Regioni.
4 - Il taglio della spesa corrente e la riduzione delle accise e delle imposte sui lavoratori e sulle imprese, cioè una riqualificazione fiscale nell'ambito del poco tempo disponibile.
5 - Ammortizzatori sociali capaci di attenuare le rabbie accese dalle crisi aziendali.”
3)
M. Travaglio su “Il Fatto Quotidiano.it
“Siccome
ormai indignarsi è una moda trendy, già immaginiamo gli alti lai e gli
stracciar di vesti che seguiranno alla puntata di stasera di Report con la carrellata dei condannati,
imputati, indagati e prescritti del Parlamento italiano: 100 in tutto. Le “quote marron”
formano un poderoso esercito di onorevoli e senatori che ammonta ormai ben
oltre uno su dieci del totale: un tasso di devianza che non trova riscontri
nemmeno nelle più degradate periferie metropolitane. Con un’aggravante, messa
bene in luce da Report: questi galantuomini sono portatori insani del più
smaccato eppur invisibile conflitto d’interessi. Dovrebbero votare leggi più
severe contro la corruzione, la concussione, il falso in bilancio, la truffa,
il peculato, l’abuso d’ufficio, il finanziamento illecito, l’associazione per
delinquere, ma non vogliono né possono farlo, dovendo rispondere di quei reati
nelle procure, nei tribunali, nelle corti d’appello, in Cassazione o
addirittura (21 di loro) sono già stati condannati in via definitiva.”
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