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Il caso è principio ordinatore del caos.
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A lui si debbono tutte le svolte importanti, nonché
la dimostrazione che “qualcosa si trova sempre”.
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Il caso di Ariosto non è però circonfuso
di sacralità né apparentabile con la cristiana provvidenza: forza possente ma un po’ bizzarra
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Due episodi per dimostrarlo: l’incontro
e l’innamoramento fra Angelica e Medoro e la follia di Orlando.
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Il caso conduce Angelica (che ha
recuperato il suo anello magico e vive presso una famiglia di pastori) a scorgere sul campo di battaglia fra soldati
feriti e uccisi il corpo del giovane fante saraceno Medoro, gravemente ferito.
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Se ne prende cura e se ne innamora. Colei
che aveva fatto innamorare di sé i più audaci capitani degli eserciti
contrapposti, perde il senno per un semplice soldato, un fantaccino.
Sorridente e impietoso esclama il poeta:
“O conte Orlando, o re di Circassia, /
vostra inclita virtù, dite, che giova?/ Vostro alto onor dite in che prezzo
sia,/ o che mercé vostro servir ritruova/. Mostratemi una sola cortesia che mai costei v’usasse, / o vecchia o nuova,
/ per ricompensa e guiderdone e merto/ di quanto avete già per lei sofferto”.
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Quindi Angelica decide di portarlo con
sé in Oriente e farlo incoronare imperatore del Catai. I due prendono la strada
dei Pirenei per raggiungere Barcellona dove s’imbarcheranno. L’ultima volta che
anche noi vedremo per poco Angelica sarà quando i due novelli sposi si
imbatteranno inaspettatamente (il caso burlone) in Orlando matto sulle spiagge
della Catalogna: lì la superba principessa finirà scompostamente a gambe
all’aria “riversa sul sabbione”, ultimo guizzo e sberleffo del caso che sorride
d’un sorriso ariostesco.
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Anche nella follia di Orlando il caso
opera massicciamente: Orlando viene guidato dal caso proprio sul luogo che vide nascere
l’idillio fra Angelica e Medoro e che ancora reca i segni (soprattutto le
amorose iscrizioni) della tenera vicenda. IN un crescendo di rivelazioni “casuali”,
Orlando, posto di fronte alla rivelazione del “tradimento” di Angelica,
impazzisce.
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Il caso, nel grande caos del mondo, ovvero dei
desideri, delle ricerche, delle passioni e delle guerre umane, scombina piani, congiunge inaspettatamente e
allontana altrettanto inaspettatamente. Fa regali improvvisi e nega per sempre
speranze. Annoda fili, altri ne taglia, come una filatrice capricciosa, che non di rado si stanca di un
ordito e lo abbandona per dedicarsi a una nuova trama. Né Parca né Provvidenza,
ma caso imprevedibile che sembra spesso divertirsi delle pretese umane di
riconoscere un senso dove palesemente non c’è.
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