Breve excursus sulla concezione della storia e della politica dal Medioevo al ‘500
· Nel medioevo domina un’interpretazione in chiave cristiana, provvidenziale, degli eventi e dei soggetti storici e le questioni politiche sono esaminate sempre in un’ottica di tipo moralistico.
· Così per Dante, ad esempio, nel De Monarchia, il monarca è colui che ha completamente abolito il desiderio di possedere.
· In epoca medievale si diffusero i cosiddetti "specula principum", scritti appartenenti a quel particolare genere di letteratura politica dedicato all'educazione del principe: indicano le regole per una buona educazione morale e politica del principe.
· Tra medioevo e età moderna, il genere degli specula si trasforma: si amplia la dimensione pedagogica dei valori politici scopo dell'educazione e si riduce contemporaneamente ad un ambito maggiormente formale quella dei valori religiosi e morali.
· Esempi di tale genere rinnovato la famosa Institutio Principis Christiani scritta da Erasmo da Rotterdam per il futuro imperatore Carlo V (1516).
· Tuttavia gli specula principum e la loro evoluzione, l'institutio principis, contribuirono a diffondere nella cultura politica europea alcuni importanti elementi di riflessione: la consapevolezza della necessità di un perfezionamento del sistema politico, soprattutto a livello del rapporto tra potere e società, la possibilità di un intervento attivo della ragione filosofica anche nel campo della politica applicata, le potenzialità dell'elemento educativo e pedagogico come fattore essenziale della costruzione di una migliore società umana.
CENNI ALLA VITA DI MACHIAVELLI E ALL’OPERA NEL SUO INSIEME
· Nasce a Fi nel 1469 da famiglia borghese con qualche rendita terriera, riceve educazione umanistica basata su classici latini (non sapeva leggere in greco).
· Prime notizie all’epoca di Savonarola (1498) di cui è oppositore; poi segretario della magistratura dei Dieci di libertà e pace (molte missioni diplomatiche presso stati italiani e stranieri e molta corrispondenza).
· È collaboratore di fiducia del gonfaloniere a vita Pier Soderini: si tratta per Machiavelli di un periodo molto proficuo, in quanto matura esperienze che metterà a frutto nella sua opera.
· Nel giugno 1502, missione presso Cesare Borgia, il Duca Valentino: interessa a M. per spregiudicatezza e audacia, nonché per il suo progetto di costituire uno stato nell’Italia centrale coincidente con l’intera toscana; su alcuni dettagli della vicenda del Valentino, M. scrive Del modo tenuto dal Duca Valentino per ammazzar Vitellozzo Vitelli, Overotto da Fermo, il signor Pagolo e il Duca di Gravina Orsini in Senigaglia.
· Alla morte, nel 1503, del papa Alessandro, gli succede per pochi mesi Pio III e arriva al soglio papale Giulio II (acerrimo nemico dei Borgia): così M. assiste alla rovina politica di Cesare Borgia.
· Negli anni successivi M. compie ancora missioni diplomatiche, tra cui presso l’Imperatore Massimiliano d’Asburgo, il re di Francia Luigi XII (per mediare durante un conflitto con Giulio II); nel 1511 si profila inevitabile lo scontro fra la Repubblica fiorentina (alleata con la Francia) e la Lega Santa con gli spagnoli capeggiata dal papa: con la battaglia di Ravenna del 1512 gli spagnoli sono sconfitti dai Francesi, che sono sconfitti dagli Svizzeri, mentre le truppe fiorentine vengono vinte a Prato dalle milizie pontificie e spagnole.
· Con la caduta della Repubblica i Medici tornano a Fi e Machiavelli viene licenziato da tutti i suoi incarichi. Nel 1513 è anche accusato di aver partecipato a una congiura antimedicea (torturato e imprigionato per 15 giorni).
· Liberato con l’ascesa al pontificato di Leone X (Giovanni de’ Medici), si ritira in una specie di esilio forzato all’Albergaccio, suo podere presso San Casciano, scrive il Principe, i Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio e la commedia Mandragola (1518).
· Cerca di riavvicinarsi ai Medici, per riottenere incarichi politici, dedica a Lorenzo de’ Medici il Principe, ma viene guardato con diffidenza. Solo con l’ascesa al potere in Firenze del successore del defunto Lorenzo, Giulio, Machiavelli ottiene l’incarico di scrivere una storia di Firenze; nel ’21 scrive l’Arte della guerra, e successivamente le Istorie Fiorentine. Inizia anche a ottenere qualche incarico, di carattere militare e diplomatico, insieme a Guicciardini. Nel ’27, con la caduta dei Medici e la restaurazione della Repubblica, Machiavelli è guardato di nuovo con sospetto.
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