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TRADUZIONI DI LATINO: FEDRO, POSTILLA SULLA CONTRASTIVA, TACITO, SENECA, AGOSTINO (in fieri)

FEDRO Lupus et Agnus Ad rivum 1  eundem 2  lupus et agnus venerant 3 , siti compulsi 4 . Superior 5  stabat 6  lupus, longeque 7  infe...

lunedì 10 novembre 2014

Principe - la scienza della politica

·         Il Principe, ovvero De principatibus¸ suddiviso in XXVI capitoli,  fu scritto di getto fra il luglio e il dicembre del 1515 e pubblicato postumo: Machiavelli assume la forma-Stato come oggetto di analisi empirica e scientifica.
·         Capitoli dal I all’XI:  tipologia del principato e tipo di governo che il principe deve di volta in volta seguire per garantirsi un dominio sicuro in situazioni costituzionalmente differenti.
·         Ricorso a procedimenti disgiuntivi: due sono le forme di una costituzione statale “o repubbliche o principati”; questi poi possono essere “ereditari o nuovi”; quindi “o nuovi totalmente o nuovi aggiunti a vecchi possedimenti”;  e ancora possono essere “o abituati alla servitù o alla libertà” e essere acquistati “o con le armi d’altri o con le proprie” e infine “o per mezzo della fortuna o per mezzo della virtù” (non esamina tutta la casistica, ma passa subito ai principati ereditari e poi al principato nuovo, che gli interessa di più). Il capitolo VII è quello  dominato dalla figura del duca Valentino, Cesare Borgia, figlio di papa Alessandro VI (disamina della sua vicenda, fino alla conclusione negativa per lui). Nel capitolo VIII esamina casi di sovrani che hanno ottenuto il comando con crudeltà e scelleratezze (come Agatocle, tiranno di Siracusa),  nel capitolo IX, quanti pervengono al principato col favore dei cittadini.
·         Dal XII al XXIV capitolo vengono trattate questioni interne alla vita dello stato e poi le caratteristiche che si richiedono a un principe nuovo. Tra le questioni interne spicca quella delle milizie.
·         Dal XV al XIX, ricalcando la struttura degli specula, ne stravolge gli intenti etici. Terminata la codificazione politica, che prosegue nei capitoli XX – XXIII entrando in dettagli organizzativi dello stato, nel XXIV esamina le cause per cui i principi d’Italia hanno perduto i loro stati: è avvenuto per improvvisazione, per mancanza di cognizione, da parte dei regnanti, dei fondamenti dello stato.
·         Infine i capitoli XXV e XXVI trattano rispettivamente il tema della fortuna, che è l’antagonista costante della virtù umana e con essa lotta perennemente, e, nella Exhortatio conclusiva, il tema della liberazione dell’Italia dagli stranieri, che Machiavelli vorrebbe affidare ai Medici. Si tratta, più che di una proposta politica, di un appello alla rigenerazione morale di alta tensione emotiva.
LA SCIENZA DELLA POLITICA
La scienza della politica è quindi scienza della realtà, che M. osserva con attenzione: la realtà dei sovrani assoluti di Francia, Spagna e Inghilterra, quella dei principi rinascimentali, dei papi e pure quella dei borghesi dediti agli affari, affini ai sovrani e ai principi per quanto riguarda la regola che hanno di perseguire l’utile agendo in modo razionale (se non ricorrono alla scienza degli affari si rovinano).
Nessuno dei soggetti sopra citati si ispira a precetti di natura astratta: i sovrani delle monarchie nazionali come Ferdinando d’Aragona,  i Tudor o i re di Francia offrono lezioni di realismo dimostrando che il nuovo stato moderno si regge sull’unità del comando, sulla forza dell’autorità, su eserciti proprî.
Guardando alla realtà dell’agire politico è ovvio che Machiavelli separi la politica dalla morale, che rappresenta una normativa esterna. La politica è razionalità rispetto all’unico scopo dell’utile politico ed è perciò autonoma rispetto a qualsiasi regola che possa alterarne la coerenza. Machiavelli cerca di cogliere l’uomo nelle costanti del suo agire , convinto com’è che la natura umana rimanga fissa nel tempo e che la storia non sia che un’applicazione  infinita di quelle costanti.

Le costanti: 1) la natura dell’uomo è aperta, anche nel senso ch’egli può essere razionale o irrazionale ed è rimasta la stessa nei secoli; 2) la realtà oggettiva consiste principalmente nelle interrelazioni umane, che si svolgono secondo leggi che bisogna cercare di conoscere (il buon politico le conosce e sa piegarle ai propri scopi) per poi utilizzarle ai propri fini. Si tratta di un invito alla razionalità, ma una razionalità autonoma ovvero inerente all’azione politica. 

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