Mentre D. e V. si allontanano dal gruppo delle
anime neghittose, una di loro li indica e grida per lo stupore, essendosi resa
conto che Dante getta ombra, è vivo (tema della meraviglia, poi V. richiama al
dovere, sollecitudine e tema della vergona che induce al perdono).
·
Con nuove anime, che cantano il Miserere, si rinnova il tema della meraviglia. Due delle anime si
avvicinano ai viaggiatori per sapere chi siano e V. risponde di riferire pure
alle altre che uno di loro di due è vivo e che devono fargli onore perché può
essere prezioso per loro (utilitarismo).
·
Le due anime inviate come messaggeri tornano
indietro velocemente a riferire e l’intera
schiera corre incontro a Dante e a Virgilio. Quest’ultimo gli dà il permesso di
ascoltare, ma continuando a procedere: lo incalzano, chiedendogli di fermarsi
un poco, di guardarli in viso per vedere se riconosca qualcuno.
·
Si tratta di morti di morte violenta, pentitisi
all’ultimo istante. Dante dichiara di non riconoscere alcuno di loro, ma si
dice anche disponibile a fare qualunque cosa chiedano: un’anima si dispone a
parlare: è Iacopo del Cassero, ucciso nel territorio di Padova per ordine del
marchese Azzo VIII d’Este, un omicio proditorio, per mano di sicari, nel 1296. Iacopo
si diffonde brevemente in particolari sulla sua morte, avvenuta in un lago di
sangue sulle sponde del Brema (vicino a Padova, vv. 37-54).
·
Un’altra anima prende la parola, augurando a D.
di coronare il suo desiderio, in nome del quale gli rivolge la preghiera di
ascoltarlo. E’ Bonconte da Montefeltro,
trascurato nelle preghiere dalla sua famiglia, moglie Giovanna compresa.
·
Dante lo
conosce e vuole sapere dove sia finito il suo cadavere dopo la battaglia di
Campaldino nel giugno 1289, in cui egli
fu capitano di parte ghibellina gloriosamente caduto.
·
Il racconto che propone Bonconte si presenta,
nei dettagli, come una sacra rappresentazione (angelo e demone che si
contendono la sua anima).
·
Tema della “lacrimuccia” e della vendetta
apocalittica compiuta dal demone.
·
Alla fine
prende brevemente la parola un’anima che dichiara di essere Pia da Siena, morta in
Maremma dove si era sposata: il suo breve intervento mira solo a chiedere di
essere ricordata e con lei si chiude il canto.
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