CARATTERISTICHE
DELLA POESIA ELEGIACA, MODELLI DI DONNA, AMORE OMOSESSUALE, ATTEGGIAMENTO VERSO
LA POLITICA, COLLOCAZIONE SOCIALE
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Il
distico elegiaco appare come forma poetica pienamente sviluppata in Grecia nel
VII secolo a.C. (iscrizioni e componimenti destinati a essere cantati o
recitati con accompagnamento musicale dell’aulos,
la tibia latina, un flauto di suono
simile all’oboe moderno).
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Tra
gli autori che composero carmi elegiaci affrontando una gran varietà di temi, solo
Mimnermo sviluppa la tematica amorosa. Di raccolte in epoca classica o
ellenistica intitolate a donne abbiamo solo notizia (non testimonianze dirette)
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In
ogni caso tutti i poeti elegiaci latini subirono l’influenza dei grandi poeti
ellenistici (Callimaco modello di stile).
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Prototipo
di elegia latina è il carme 68 di Catullo (TRE MOTIVI INTRECCIATI: LESBIA,
FRATELLO MORTO, AMICIZIA PER ALLIO)
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L’elegia non si propone come genere letterario
nobile (sono nugae, bagatelle, o lusus, trastulli), ma esprime comunque un senso di superiorità
verso il profanum vulgus (nel lessico catulliano
questo è il civis affarista, intento al negotium, il “borghese”).
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Interi
libri di elegie, dedicati a donne, vengono composti in età augustea da svariati
poeti, tra cui Properzio, che pubblica il suo primo libro col titolo Cynthia (è conosciuto anche come Monobiblos) e Tibullo, due libri
intitolati rispettivamente a Delia
e Nemesis. Altro grande poeta
elegiaco del periodo è Ovidio.
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Sono
ricavabili, dalle rappresentazioni poetiche, tre tipi di donna elegiaca: la
MATRONA, la MANTENUTA, la MERETRIX.
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L’amore
omosessuale era insistentemente presente in Callimaco, diventa collaterale in
Catullo, è presente in Tibullo, assente in Properzio e Ovidio.
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La
poesia elegiaca ha un carattere e una finalità persuasiva e, soprattutto in
Properzio, elogiativa e eternante.
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Verso
la politica l’atteggiamento è vario: da Catullo che, pur riconducendo al mos alcuni principî basilari della sua
poetica, attacca politici del tempo, a Tibullo, che non nomina nemmeno Augusto,
a Properzio che (facendo parte del circolo di Mecenate) scrive le elegiae romanae (quanto a Ovidio, i suoi
intrecci con la vita di corte sono notevoli, fino a causargli notevoli guai).
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Quanto
a origini e formazione, la maggioranza degli elegiaci appartiene a classi
agiate, tutti ricevono un’ottima educazione e trovano, per un certo
periodo o per sempre, un patrono
influente.
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