La
retorica, ARTE DEL DIRE BENE, ha antichissime, greche prima, latine poi,
origini e si costituì presto come una disciplina trasmessa nelle scuole. Le
figure retoriche nacquero e vennero a loro volta sistematizzate come procedimenti
per dare forza al discorso e, a seguito
di catalogazione e classificazione, divennero strumenti fondamentali della lingua
scritta e parlata, L’abuso di figure retoriche, fuori da un contesto di
esercizio letterario, va evitato, giacché può degenerare in un formalismo fine
a sé stesso, di là dal quale vi è solo vacuità.
ALLEGORIA
Descrizione
o immagine che nasconde un significato diverso (“parlare diversamente”) dal
senso letterale immediatamente comprensibile. Richiede interpretazione
(esegesi, cfr. Medioevo, Bibbia,
favole).
ALLITTERAZIONE
Ad littera,
di lettera in lettera, ripetizione di
suoni uguali o simili all’interno di due o più parole: nulla, culla, della, risica
non rosica, spendere e spandere (simile alla PARONOMASIA, denominazione affine, accostamento di parole simili
dal significato diverso: nudo e crudo, chi vivrà vedrà, vivo e vegeto).
ALLUSIONE
Dire
una cosa per farne capire un’altra (si deve sempre alludere a cose note, per
cultura generale o condivisione personale): È stata
una vittoria di Pirro (Pirro nel 280 vinse i romani a Eraclea ma perdette
gran parte dell’esercito); Andare a Canossa (sottoporsi a
un’umiliazione, come quella di Enrico IV verso Gregorio VII nel castello di
Canossa nel 1077).
ANACOLUTO
Dal
greco, ANACÒLUTHON senza seguito, combinazione
di due costruzioni sintattiche non raccordate tra loro, in modo tale che la prima resti interrotta e sospesa (Quelli che muoiono, bisogna pregare Iddio
per loro, Noi monache, ci piace sentire le storie per minuto, dai Promessi
sposi).
ANADIPLOSI
Raddoppiamento:
riprendere all’inizio di frase o di verso una o più parole della frase o verso
precedente (parlava da due ore, da due
ore faceva ridere il pubblico).
ANAFORA
Ripetizione
di una o più parole all’inizio di versi successivi (Per me si va […]per me si va […]
per me si va […])
ANASTROFE
Rovesciamento.
Rovesciare l’ordine normale di due
parole: somiglia all’iperbato, “bella,
d’erbe famiglia e d’animali” (Foscolo, I
sepolcri); nel parlato: eccezion fatta, strada facendo.
ANNOMINAZIONE
Detta
anche FIGURA ETIMOLOGICA, accosta
parole che hanno la stessa radice, selva selvaggia, amor ch’a null’amato amar
perdona”
ANTIFRASI
Espressione
contraria. Dire qualcosa intendendo esattamente il contrario, si usa per fare
l’ironia (avete proprio studiato
bene)
ANTITESI
Contrapposizione
di due parole o espressioni di senso opposto (Pace non trovo e non ho da far guerra,
Petrarca).
ANTONOMASIA
Sostituire
un nome comune con un nome proprio, o viceversa: un Carneade (perfetto
sconosciuto), un Creso, un Ercole o, CON PROCEDIMENTO CONTRARIO, il sommo
poeta, il segretario fiorentino, la voce.
APOSTROFE
Rivolgersi
con enfasi a qualcuno, vivo, morto, presente o assente o a una cosa
personificata, FORMA DI VOCAZIONE.
ASINDETO
Mancanza
di cong. coordinanti.
CALEMBOUR
Gioco
di parole che sfrutta i vari significati
di una parola (Le mogli che amano i mariti li cambiano spesso; Il whisky più
svitato e più amato).
CHIASMO
Disposizione
incrociata di parole o frasi che si corrispondono: dalla lettera greca chi, che
ha forma di croce.
CLIMAX
Gradazione,
scala, catena di parole o espressioni che per significato o ritmo creano un
effetto di intensificazione o attenuazione (ti prego, ti supplico, ti
scongiuro; la fiamma si fa più sottile, trema, si spegne).
INTERROGAZIONE RETORICA
Domanda
che dà per scontata la risposta, affermando decisamente una cosa oggetto di
interrogazione.
IPALLAGE
Scambiare
di posto, upallassein. Attribuire a un oggetto o a un luogo o a una situazione una
caratteristica che appartiene a un altro oggetto (Alla sera di Foscolo: inquiete tenebre, Carducci, Il bove, il divino del pian silenzio verde).
IPERBATO
Spezzare
o invertire l’ordine solito delle parole di una frase, separando elementi
normalmente uniti (nome dall’aggettivo, complemento dal nome che lo regge)
mille di fiori al ciel mandano incensi (Foscolo, Sepolcri); della fatal quiete tu sei l’immago (Foscolo, Alla sera)
IPERBOLE
Lancio
in alto, esagerazione. Concetto espresso
in termini esagerati e inverosimili, se presi letteralmente (corre come un
razzo, cammina come una lumaca, bevi un goccio di vino).
IRONIA
Dire
una cosa per finta, intendendo il
contrario (è l’intelligenza fatta persona; che meraviglia di giornata)
LITOTE
Semplice,
attenuato, litòs. Affermare un concetto negando il suo contrario: non è
simpatico, non è un’aquila, non era nato con un cuor di leone.
METAFORA
Spostamento,
trasferimento. Spostamento di significato da un campo di idee a un altro (Gianni è un vulcano d’idee, Lisa ha uno sguardo di
fuoco).
METONIMIA
Cambiamento
di nome, metonimìa). Indicare una cosa non col suo nome abituale ma col nome di
un’altra collegata alla prima per rapporto di vicinanza, causa effetto,
contenente contenuto (vive del suo lavoro invece che i guadagni, causa per
effetto; lasciando talor le sudate carte, Leopardi; gli studi che fanno sudare, l’effetto per la
causa; materia invece dell’oggetto: ferro invece di spada, legno invece di
nave, marmi invece di statue (codex
voleva dire corteccia, poi tavoletta per scrivere, poi raccolta di leggi nel
Novecento); il contenente per il contenuto: bere una bottiglia, un bicchiere;
il mezzo per la persona che lo usa “Lingua mortal non dice, Leopardi; primo
violino della Scala; l’autore invece dell’opera: un Picasso, leggere Leopardi;
astratto invece del concreto: sfuggire alla sorveglianza, all’inseguimento;
concreto invece di astratto: avere fegato, anziché coraggio; specifico invece
che generico: correre i 100 metri, la corsa dei 100 metri; vivere la festa,
vivere le ore della festa. Il luogo invece delle persone che vi si trovano:
essere in panchina; il Quirinale, la piazza, la platea, il loggione, Palazzo
Chigi, l’eliseo, Scotland Yard, Wall Street, la Casa Bianca, il Cremlino,
pantaloni (da Pantalon che indossava larghissimi calzoni)atlante, mansarda (da Mansard che nell’Ottocento ideò questo
alloggio) sandwich, dal nome del nobile inglese vissuto nel Settecento che
inventò il panino imbottito, adatto da mangiare senza smettere di giocare a
carte.
ONOMATOPEA
Creare un nome. Parola che imita un suono, un
rumore.
OSSIMORO
Dal
greco oxymoron, acuto e ottuso. Accostamento
di parole dal significato opposto, amara dolcezza, attimo eterno, silenzio
sonoro, tacito tumulto (Pascoli), la morte che vive (Montale).
PARONOMASIA
(già
trattata con ALLITTERAZIONE)
PERIFRASI
Discorso
intorno, circonlocuzione, giro di parole
per indicare qualcuno: il bel paese ch’Apennin parte, il mar circonda e l’Alpe
(Petrarca); analogo a EUFEMISMO (male incurabile)
PRETERIZIONE
Praeterire,
passare oltre. Dichiarare di non voler dire una certa cosa che invece viene
detta (Non parliamo di tutti i pasticci che Mario ha combinato).
SIMILITUDINE
(paragone, confronto fra cose simili, parla come un avvocato)
SINEDDOCHE
Comprensione,
dal greco. Chiamare una cosa non col nome abituale ma con un altro
connesso per estensione (più ampio meno ampio): avere un tetto, cinque bocche
da sfamare; la parola di significato più
ampio per quella di significato più ristretto, macchina per automobile,
lavoratori per operai; genere invece della specie, o animal grazioso; specie invece del genere, pane, invece di
cibo; singolare invece del plurale: mi guardava con occhio severo, plurale invece
del singolare.
SINESTESIA
Percepire insieme. Associare termini che si riferiscono a campi semantici
diversi, cioè a sensi diversi: pigolio
di stelle, grido impietrito.
ZEUGMA
Zeugnumi,
aggiogare. Collegare due o più termini a una parola che, secondo la logica,
dovrebbe andare bene con uno di essi (Parlare
e lagrimar vedrai insieme, Dante, canto XXXIII, Conte Ugolino: si vede
piangere, ma si ascolta parlare e non si vede).
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