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TRADUZIONI DI LATINO: FEDRO, POSTILLA SULLA CONTRASTIVA, TACITO, SENECA, AGOSTINO (in fieri)

FEDRO Lupus et Agnus Ad rivum 1  eundem 2  lupus et agnus venerant 3 , siti compulsi 4 . Superior 5  stabat 6  lupus, longeque 7  infe...

mercoledì 11 marzo 2015

MEMORANDUM DI RETORICA


La retorica, ARTE DEL DIRE BENE, ha antichissime, greche prima, latine poi, origini e si costituì presto come una disciplina trasmessa nelle scuole. Le figure retoriche nacquero e vennero a loro volta sistematizzate come procedimenti per dare forza al discorso e,  a seguito di catalogazione e classificazione,  divennero strumenti fondamentali della lingua scritta e parlata, L’abuso di figure retoriche, fuori da un contesto di esercizio letterario, va evitato, giacché può degenerare in un formalismo fine a sé stesso, di là dal quale vi è solo vacuità.
ALLEGORIA
Descrizione o immagine che nasconde un significato diverso (“parlare diversamente”) dal senso letterale immediatamente comprensibile. Richiede interpretazione (esegesi, cfr. Medioevo, Bibbia, favole).
ALLITTERAZIONE
Ad littera, di lettera in lettera,  ripetizione di suoni uguali o simili all’interno di due o più parole: nulla, culla, della, risica non rosica, spendere e spandere (simile alla PARONOMASIA, denominazione affine, accostamento di parole simili dal significato diverso: nudo e crudo, chi vivrà vedrà, vivo e vegeto).
ALLUSIONE
Dire una cosa per farne capire un’altra (si deve sempre alludere a cose note, per cultura generale o condivisione personale):  È stata una vittoria di Pirro (Pirro nel 280 vinse i romani a Eraclea ma perdette gran parte dell’esercito);  Andare a Canossa (sottoporsi a un’umiliazione, come quella di Enrico IV verso Gregorio VII nel castello di Canossa nel 1077).
ANACOLUTO
Dal greco, ANACÒLUTHON senza seguito, combinazione di due costruzioni sintattiche non raccordate tra loro, in modo tale che  la prima resti interrotta e sospesa (Quelli che muoiono, bisogna pregare Iddio per loro, Noi monache, ci piace sentire le storie per minuto, dai  Promessi sposi).
ANADIPLOSI
Raddoppiamento: riprendere all’inizio di frase o di verso una o più parole della frase o verso precedente (parlava da due ore, da due ore faceva ridere il pubblico).
ANAFORA
Ripetizione di una o più parole all’inizio di versi successivi (Per me si va  […]per me si va […] per me si va […])

ANASTROFE
Rovesciamento.  Rovesciare l’ordine normale di due parole: somiglia all’iperbato, “bella, d’erbe famiglia e d’animali” (Foscolo, I sepolcri);  nel parlato:  eccezion fatta, strada facendo.

ANNOMINAZIONE
Detta anche FIGURA ETIMOLOGICA, accosta parole che hanno la stessa radice, selva selvaggia, amor ch’a null’amato amar perdona”
ANTIFRASI
Espressione contraria. Dire qualcosa intendendo esattamente il contrario, si usa per fare l’ironia (avete proprio studiato bene)
ANTITESI
Contrapposizione di due parole o espressioni di senso opposto (Pace non trovo e non ho da far guerra, Petrarca).
ANTONOMASIA
Sostituire un nome comune con un nome proprio, o viceversa: un Carneade (perfetto sconosciuto), un Creso, un Ercole o, CON PROCEDIMENTO CONTRARIO, il sommo poeta, il segretario fiorentino, la voce.
APOSTROFE
Rivolgersi con enfasi a qualcuno, vivo, morto, presente o assente o a una cosa personificata, FORMA DI VOCAZIONE.
ASINDETO
Mancanza di cong. coordinanti.
CALEMBOUR
Gioco di parole che sfrutta  i vari significati di una parola (Le mogli che amano i mariti li cambiano spesso; Il whisky più svitato e più amato).
CHIASMO
Disposizione incrociata di parole o frasi che si corrispondono: dalla lettera greca chi, che ha forma di croce.
CLIMAX
Gradazione, scala, catena di parole o espressioni che per significato o ritmo creano un effetto di intensificazione o attenuazione (ti prego, ti supplico, ti scongiuro; la fiamma si fa più sottile, trema, si spegne).
INTERROGAZIONE RETORICA
Domanda che dà per scontata la risposta, affermando decisamente una cosa oggetto di interrogazione.
IPALLAGE
Scambiare di posto, upallassein. Attribuire a un oggetto  o a un luogo o a una situazione una caratteristica che appartiene a un altro oggetto (Alla sera di Foscolo: inquiete tenebre, Carducci, Il bove, il divino del pian silenzio verde).
IPERBATO
Spezzare o invertire l’ordine solito delle parole di una frase, separando elementi normalmente uniti (nome dall’aggettivo, complemento dal nome che lo regge) mille di fiori al ciel mandano incensi (Foscolo, Sepolcri); della fatal quiete tu sei l’immago (Foscolo, Alla sera)
IPERBOLE
Lancio in alto, esagerazione.  Concetto espresso in termini esagerati e inverosimili, se presi letteralmente (corre come un razzo, cammina come una lumaca, bevi un goccio di vino).
IRONIA
Dire una cosa per finta,  intendendo il contrario (è l’intelligenza fatta persona; che meraviglia di giornata)
LITOTE
Semplice, attenuato, litòs. Affermare un concetto negando il suo contrario: non è simpatico, non è un’aquila, non era nato con un cuor di leone.
METAFORA
Spostamento, trasferimento. Spostamento di significato da un campo di  idee a un altro (Gianni è  un vulcano d’idee, Lisa ha uno sguardo di fuoco).
METONIMIA
Cambiamento di nome, metonimìa). Indicare una cosa non col suo nome abituale ma col nome di un’altra collegata alla prima per rapporto di vicinanza, causa effetto, contenente contenuto (vive del suo lavoro invece che i guadagni, causa per effetto; lasciando talor le sudate carte, Leopardi;  gli studi che fanno sudare, l’effetto per la causa; materia invece dell’oggetto: ferro invece di spada, legno invece di nave, marmi invece di statue (codex voleva dire corteccia, poi tavoletta per scrivere, poi raccolta di leggi nel Novecento); il contenente per il contenuto: bere una bottiglia, un bicchiere; il mezzo per la persona che lo usa “Lingua mortal non dice, Leopardi; primo violino della Scala; l’autore invece dell’opera: un Picasso, leggere Leopardi; astratto invece del concreto: sfuggire alla sorveglianza, all’inseguimento; concreto invece di astratto: avere fegato, anziché coraggio; specifico invece che generico: correre i 100 metri, la corsa dei 100 metri; vivere la festa, vivere le ore della festa. Il luogo invece delle persone che vi si trovano: essere in panchina; il Quirinale, la piazza, la platea, il loggione, Palazzo Chigi, l’eliseo, Scotland Yard, Wall Street, la Casa Bianca, il Cremlino, pantaloni (da Pantalon che indossava larghissimi calzoni)atlante, mansarda  (da Mansard che nell’Ottocento ideò questo alloggio) sandwich, dal nome del nobile inglese vissuto nel Settecento che inventò il panino imbottito, adatto da mangiare senza smettere di giocare a carte.
ONOMATOPEA
 Creare un nome. Parola che imita un suono, un rumore.
OSSIMORO
Dal greco oxymoron, acuto e ottuso.   Accostamento di parole dal significato opposto, amara dolcezza, attimo eterno, silenzio sonoro, tacito tumulto (Pascoli), la morte che vive (Montale).
PARONOMASIA
(già trattata con ALLITTERAZIONE)
PERIFRASI
Discorso intorno,  circonlocuzione, giro di parole per indicare qualcuno: il bel paese ch’Apennin parte, il mar circonda e l’Alpe (Petrarca); analogo a  EUFEMISMO (male incurabile)
PRETERIZIONE
Praeterire, passare oltre.  Dichiarare di non  voler dire una certa cosa che invece viene detta (Non parliamo di tutti i pasticci che Mario ha combinato).
SIMILITUDINE (paragone, confronto fra cose simili, parla come un avvocato)
SINEDDOCHE
Comprensione,  dal greco. Chiamare una  cosa non col nome abituale ma con un altro connesso per estensione (più ampio meno ampio): avere un tetto, cinque bocche da  sfamare; la parola di significato più ampio per quella di significato più ristretto, macchina per automobile, lavoratori per operai; genere invece della specie, o animal grazioso;  specie invece del genere, pane, invece di cibo;  singolare invece del plurale:  mi guardava con occhio severo, plurale invece del singolare.
SINESTESIA
 Percepire insieme.  Associare termini che si riferiscono a campi semantici diversi, cioè a sensi diversi:  pigolio di stelle, grido impietrito.
ZEUGMA
Zeugnumi, aggiogare. Collegare due o più termini a una parola che, secondo la logica, dovrebbe andare bene con uno di essi (Parlare e lagrimar vedrai insieme, Dante, canto XXXIII, Conte Ugolino: si vede piangere, ma si ascolta parlare e non si vede).


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