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TRADUZIONI DI LATINO: FEDRO, POSTILLA SULLA CONTRASTIVA, TACITO, SENECA, AGOSTINO (in fieri)

FEDRO Lupus et Agnus Ad rivum 1  eundem 2  lupus et agnus venerant 3 , siti compulsi 4 . Superior 5  stabat 6  lupus, longeque 7  infe...

sabato 29 agosto 2015

CONFRONTI DI IDEE: La nostra frontiera, editoriale odierno di Norma Rangeri su il manifesto/ articolo odierno su Il Giornale.it

Come muore un bam­bino asfis­siato den­tro un Tir? In attesa di cam­biare il mondo e met­tere fine alle guerre post-coloniali dell’Occidente e a quelle che ora com­bat­tono le pre­tro­mo­nar­chie in Medio Oriente, dovremmo ingag­giare una guerra di resi­stenza, che già ci coin­volge tutti: l’assuefazione alle stragi quo­ti­diane dei migranti.
Il rischio di dige­rire sem­pre più rapi­da­mente le noti­zie che ogni giorno la tele­vi­sione porta nei nostri tinelli è for­tis­simo. Il rullo media­tico macina i morti a pranzo e a cena e, lo sap­piamo, l’abitudine è capace di ren­dere sop­por­ta­bili cose spa­ven­tose. Del resto bastava sfo­gliare i gior­nali di ieri per vedere che l’eccitazione della grande stampa era tutta per la “que­stione romana”, men­tre le decine di morti asfis­siati sul Tir che tra­spor­tava uomini, donne e bam­bini dall’Ungheria all’Austria fati­cava a gua­da­gnare i grandi titoli di prima pagine. Per­fino gior­nali pro­gres­si­sti e sem­pre in prima linea con­tro le male­fatte della casta, rele­ga­vano la strage del camion in poche righe. Natu­ral­mente con le ecce­zioni del caso, a con­fer­mare la regola, e fatti salvi i gior­nali della destra che con­tro i migranti spa­rano titoli for­ca­ioli per lucrare qual­che copia lisciando il pelo ai peg­giori sen­ti­menti xeno­fobi e raz­zi­sti di let­tori e elettori.
Ma l’informazione ai tempi della rete può anche essere l’antidoto al pre­va­lere di assue­fa­zione e abi­tu­dine. Come dimo­stra il caso dell’attivista islan­dese, pro­mo­tore di una rac­co­gliere fondi a favore di un uomo, rifu­giato pale­sti­nese, pro­ve­niente dal campo pro­fu­ghi siriano di Yar­muk, a Dama­sco. Gra­zie all’immagine di Abdul che vende penne biro all’incrocio di una strada di Bei­rut con la figlio­letta in brac­cio, il web ha pro­dotto un felice cor­to­cir­cuito e sca­te­nato una gara di solidarietà.
Tut­ta­via non è solo l’informazione a essere chia­mata in causa. Subito dopo viene la poli­tica e in primo luogo quella che si richiama ai prin­cipi di libertà e ugua­glianza della sinistra.
Come è pos­si­bile che lungo i muri che l’Europa costrui­sce sulle fron­tiere di terra non ci siano mani­fe­sta­zioni di pro­te­sta accanto all’esodo di chi fugge e muore? Per­ché davanti a quel filo spi­nato pian­tato dal regime rea­zio­na­rio del pre­mier unghe­rese Orbàn non c’è una caro­vana di quei mili­tanti che dicono di bat­tersi per favo­rire final­mente l’apertura delle fron­tiere della For­tezza– Europa?
Al punto in cui siamo nes­suno più può dire di non sapere per­ché tutto l’orrore e il dolore è in onda, e non siamo più in pochi a vedere quel che accade. Per­sino lea­der euro­pei come Mer­kel devono scen­dere in campo poli­ti­ca­mente e per­so­nal­mente per dire che i vec­chi trat­tati (Dublino) sono da rive­dere.
La sini­stra dovrebbe fare dell’immigrazione la sua bat­ta­glia prin­ci­pale, gio­can­dola all’offensiva, nei sin­goli paesi di appar­te­nenza e nei punti caldi dell’esodo. I con­ve­gni sono utili ma non bastano. Meno talk-show e più mobi­li­ta­zioni per mani­fe­stare con­cre­ta­mente pre­senza e soli­da­rietà. Per esem­pio sulla nostra grande fron­tiera del Mez­zo­giorno, la prima linea per i comuni che cer­cano di acco­gliere come pos­sono i soprav­vis­suti ai viaggi della morte. Il Sud dovrebbe essere anche la fron­tiera della sinistra.
E intanto, in attesa di can­cel­lare leggi cri­mi­no­gene come la Bossi-Fini, a chi fugge per mare e per terra su un gom­mone o nel cas­sone di un Tir, per non morire baste­rebbe salire su una nave o su un treno. Con un sem­plice, rego­lare biglietto.

La strage buonista: le vittime passano da 20 a 3500 all'anno

Gli accordi tra Berlusconi e Gheddafi contribuivano a salvare vite umane: nel 2010 il numero più basso di tragedie

Se credete ancora che politiche dell'accoglienza e missioni di soccorso siano la formula miglior per salvare le vite dei migranti disilludetevi.
Numeri e statistiche smentiscono tutte le leggende dell'ideologia buonista. In verità i disgraziati spinti in mare dai trafficanti di uomini muoiono più facilmente e assai più copiosamente quando sono mossi dalla certezza di venir salvati ed accettati. Una visione condivisa anche dal direttore di Frontex, Fabrice Leggeri che in un'intervista a Le Figaro ha spiegato: «Non è una situazione che durerà sei mesi, e neanche pochi anni. Il mio mandato scadrà nel 2020 e l'unica previsione ragionevole che posso fare è che l'attività di Frontex continuerà ad espandersi. E fare muri non serve a nulla».
Del resto sono proprio l'accoglienza senza regole e la promessa di un soccorso «teoricamente» garantito ad aumentare l'offerta e a far decollare il grande affare della tratta degli umani. E almeno cinque argomenti lo dimostrano.
1) I 20 morti registrati nel Canale di Sicilia nel 2010 rappresentano in assoluto il bilancio più «clemente» dal 2002 ad oggi. Quei dodici mesi - insolitamente «benevoli» rispetto alle medie di 13 anni in cui il totale degli incidenti «documentati» supera le 15mila vittime - corrispondono all'entrata in vigore degli accordi sull'immigrazione clandestina stretti dal governo Berlusconi e dal regime libico di Muammar Gheddafi.
2) La tanto denigrata e demonizzata politica dei respingimenti e gli accordi tra il governo Berlusconi e il Colonnello non hanno contribuito soltanto a salvare migliaia di vite. A tutt'oggi quei provvedimenti sono stati gli unici in grado di contenere il grande esodo. Le cifre parlano chiaro. Nel 2008, prima delle intese con il raìs, gli sbarchi nel nostro Paese sono 37mila. Nel 2009, dopo l'entrata in vigore del trattato e l'avvio dei respingimenti, il numero scende a 9.600. E precipita a quota 4.400 nel 2010, registrando una diminuzione del 90 per cento in soli due anni. Nel 2012, però, la Corte Europea di Strasburgo condanna la politica dei respingimenti definendola contraria ai diritti umani. E così nel nome dei diritti dell'uomo si restituisce una disumana licenza di uccidere ai trafficanti di uomini.
3) Il record assoluto in termini di mortalità, con oltre 3500 cadaveri affondati nel Mediterraneo, si registra paradossalmente nel 2014 quando le navi della missione «Mare Nostrum», avviata dal governo Letta ed e sostenuta da quello di Matteo Renzi, garantiscono per dieci mesi soccorsi e salvataggio fin davanti al bagnasciuga libico. Dal 2002 ad oggi non si era mai registrata una simile strage.
4) Il numero delle perdite «collaterali» generate da Mare Nostrum è direttamente proporzionale al vertiginoso effetto calamita innescato da una missione che, tra il novembre 2013 e il gennaio 2014, moltiplica il numero dei migranti convinti di poter raggiungere l'Europa. E con loro quello delle organizzazioni criminali pronte a lucrare su quel sogno. Non a caso i 170mila sbarchi registrati nel 2014 superano da soli il totale di 118mila 884 arrivi ottenuti sommando i 42.925mila sbarchi del 2013, i 13.267 del 2012, e i 62.692 del 2011 considerati, al tempo, una cifra record conseguenza delle rivolte arabe.
5) Anche il totale dei morti registrati nel triennio 2011-2012-2013, caratterizzato dall'assenza di missioni di soccorso strutturate ed organizzate, è ben lontano dalla strage «collaterale» indotta da «Mare Nostrum». Le 1822 vittime del 2011, le circa 350 del 2012 e le quasi 450 del 2013 danno, se sommate, un totale di 2622 morti documentate. Un bilancio già così inaccettabile, ma pur sempre inferiore ai 3.500 morti registrati soltanto nell'anno di Mare Nostrum. Ed inferiore a quello che saremo costretti a conteggiare alla fine di questo infausto 2015. Secondo le statistiche dell'Alto Commissariato per i Rifugiati delle Nazioni Unite pubblicate pochi giorni fa i cadaveri affondati nel Mediterraneo dal primo gennaio hanno già superato quota 2500. E promettono di peggiorare persino il macabro record del 2014. Per la felicità dei buonisti e di quanti s'illudono di fermare il massacro varando nuove e più generose politiche dell'accoglienza.

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