Modello di commento di testo poetico: Giacomo Leopardi, Alla luna
Breve cappello introduttivo contenente informazioni sulla collocazione del componimento all’interno della produzione poetica dell’Autore e un cenno al motivo ispiratore su cui poi sarà incentrato il commento.
Il componimento Alla luna, è uno dei “piccoli idilli” del canzoniere leopardiano e la sua prima redazione risale probabilmente al 1819. Il titolo con cui apparve la prima volta era La ricordanza, il che vale a sottolineare quale ne sia l’originario motivo ispiratore: all’atto del ricordare Leopardi annette un valore al contempo sentimentale, poetico e intellettuale, considerandolo un’attività dello spirito in grado di dare senso all’esistenza e di fornire alimenti alla creazione poetica.
Commento contenutistico così articolato: 1) sintesi del contenuto generale (paesaggio, condizione dell’io lirico); 2) analisi di singoli termini ritenuti portatori di messaggi fondamentali
Il poeta discorre con la luna e ricorda un tempo non molto lontano in cui la guardava nell’esatta posizione e nel medesimo stato d’animo addolorato in cui si trova al momento. La constatazione di tale identità, di una continuità tra passato e presente sul filo della memoria, avvia una riflessione sulla natura dell’attività del ricordare: il poeta la ritiene in grado di giovare comunque allo spirito, anche quando sia foriera di dolore. In conclusione del componimento, egli rileva quanto, nel tempo giovanile, riesca a essere dolce il ricordo, anche grazie alla cospicua dose di speranza che i giovani hanno, per natura, in dotazione.
Come sempre accade negli idilli, la componente naturalistica ha un certo rilievo: in questo caso essa è evocata attraverso la luna (silenziosa interlocutrice), il colle e la selva citati nei primi quattro versi. L’attenzione del poeta va però subito a concentrarsi sulla propria interiorità, sul cuore travagliato che non ha mai smesso di essere tale nel tempo intercorso fra la precedente e l’odierna visione. Gli avverbi “allor” e “or”, in rilievo nei versi 4 e 5, valgono a sottolineare (insieme ai tempi verbali opportunamente variati: “venìa”, “pendevi”, “fai”, “rischiari”) tale continuità sentimentale tra passato e presente. E tuttavia egli non intende soffermarsi solo sul dolore che lo travaglia, a dispetto dei molti momenti, disseminati in tutta la poesia, in cui esso viene direttamente o indirettamente evocato (“angoscia”, “pianto”, “travagliosa”, “dolore”, “triste”, “affanno”): piuttosto tiene a comunicarci come esista una dolce tregua alla sofferenza e come ne sia promotore l’atto del ricordare. Il tema è sviluppato negli ultimi cinque versi, introdotto da un’esclamazione ricca di pathos, enfatizzato dal ricorso a un iperbato (“grato […] il rimembrar”) molto efficace perché evocativo appunto della lontananza annullabile dalla memoria. In tali versi è anche inserito un omaggio all’età giovanile: l’unica in cui l’atto del ricordare è particolarmente piacevole, quand’anche abbia per oggetto il dolore, perché accompagnato da speranze ancora vive, non disilluse dalla realtà.
Commento formale (mai disgiunto da rilievi contenutistici, che siano riprese o integrazioni a quanto già precedentemente commentato) e conclusione
Dal punto di vista formale l’idillio, in endecasillabi sciolti, è caratterizzato da una ricercata fluidità, in armonia con la circostanza di star conducendo un soliloquio alla presenza della luna, in un’atmosfera notturna e intima. Pause sintattiche e metriche possono quindi coincidere o non coincidere (come accade in presenza di alcuni enjambements ai versi 1-2, 6-7, 8-9, 10-11, 12-13, 13-14), ma non viene mai meno la continuità del discorrere pacato, all’interno del quale riesce a inserirsi, analogamente senza creare fratture, perfino la citata esclamazione del verso 12, con la quale l’idillio si chiude. Si può riconoscere in questo ricercato equilibrio un’espressione della Classicità leopardiana, in cui confluiscono temi e suggestioni romantiche ma permane il sentore di atmosfere e ritmi antichi, petrarcheschi, ma anche latini e ellenistici.
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