Paolotta Valprinzia e Cinziaola Valotta insegnano indifferentemente italsto, latisto, geosto, indossano abiti di fogge molto diverse ma indubitabilmente stilose; per i capelli, amor di varietà, usano parrucche. Lunedì Paolotta, vestita di nero e spettinata, si presenta con aria spiritata al preside e chiede di organizzare, in veste di Cinziaola o quant'altri mai, una giornata della memoria di qualcuno, anche sconosciuto o mai esistito.
Martedì Cinziaola in veste di Paolotta, capelli viola esagerato, esige di portare l'intero istituto in un negozio di fumetti per acquistare l'ultima edizione mai uscita di un fumetto in sanscrito (tradotto però in inglese) di un anarchico portoghese noto come Luta Popular.
Il mercoledì e il giovedì Paolotta e Cinziaola, pittate di viola e nero, si intrufolano nelle classi delle varie professore/essi e intignate/i magistrae/i e seminano il malcontento proponendo corsi di latino maiparlato, scritto da pedanti grammatici olandesi, norvegesi o finlandesi che si chiamano comunque Arhippa Heikkiya e varianti siffatte. Il venerdì e il sabato, come da dettato biblico ma con un'estensione di un giorno che suggerisce un atavico laicismo, contemplano il lavoro fatto e se ne compiacciono. Paolotta diventa Cinziaola e viceversa, con buona pace degli astanti.
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