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TRADUZIONI DI LATINO: FEDRO, POSTILLA SULLA CONTRASTIVA, TACITO, SENECA, AGOSTINO (in fieri)

FEDRO Lupus et Agnus Ad rivum 1  eundem 2  lupus et agnus venerant 3 , siti compulsi 4 . Superior 5  stabat 6  lupus, longeque 7  infe...

martedì 14 aprile 2015

CARPE DIEM CON LETTERALE, ANALISI, TRADUZIONI DA CONFRONTARE (tutto in classe)

CARPE DIEM

Tu ne quaesieris (scire nefas) quem mihi, quem tibi        Non chiedere, non è lecito sapere, quale fine
finem di dederint, Leuconoe, nec Babylonios                   gli dei abbiano stabilito per me o per te, o
temptaris numeros. Ut melius quicquid erit pati!             Leuconoe, e non tentare le cabale Babilonesi. Quant’è meglio subire quel
                                                                                               che sarà!
Seu pluris hiemes seu tribuit Iuppiter ultimam,                Sia che Giove abbia in serbo più         inverni, o  che sia questo,
quae nunc oppositis debilitat pumicibus mare                  che ora affatica il Tirreno sugli scogli,
Tyrrhenum, sapias, vina liques et spatio brevi                 l’ultimo, sii saggia, mesci il vino e
spem longam reseces. Dum loquimur, fugerit invida       tronca la speranza, perché il tempo è
                                                                                              poco. Mentre discorriamo, è già
aetas : carpe diem, quam minimum credula postero.      trascorsa l’avida ora : cogli l’istante,
                                                                                              e non fidarti del domani.

1)      LETTERALE e ANALISI INTEGRATA
Tu non [ne: avverbio  negativo  utilizzato in proposizione  indipendente con il cong. presente o con il  perfetto, come in questo caso,  a determinare il costrutto del “comando negativo”] chiedere [quaero, is, quaesivi, quaesitum, quaerere] (non [è] lecito [nefas: sostantivo neutro invariabile, opposto a fas, attiene originariamente alla categoria del pensiero religioso, del sacro, poi passa all’ambito giuridico, al ius] sapere [nefas, sottinteso est, scire: proposizione indìcidentale]), quale [quem: aggettivo interrogativo, maschile singolare, concordato con finem, attributo del complemento oggetto in analisi logica] fine a me quale a te gli dei [deus, dei, deo…; dii, dei, di; deorum, deum, deis, diis, dis, deos,…] abbiano dato [dederint: interrogativa indiretta con congiuntivo perfetto, III p.p., attivo, per consecutio temporum, anteriorità rispetto al tempo principale quale è considerato quaesieris, pur essendo un perfetto, in quanto equivalente  nel comando negativo a un presente], o Leuconoe [nome parlante, dalla mente bianca, pura, ingenua] e non [nec, stesso valore del ne precedente] tentare [temptaris per temptaveris, forma sincopata, altro perfetto congiuntivo in comando negativo] i numeri Babilonesi [sono i calcoli degli astrologi Babilonesi, che godevano di largo credito a Roma]. Com’(è) [ut: esclamativo] meglio [comparativo neutro di bonus: melior, melius e, superlativo, optimus], qualunque cosa [quidquid: pronome raddoppiato neutro, al maschile/femminile quisquis] sarà, sopportarla [pati: patior, pateris, passus sum, pati], sia che più [pluris: plures, aggettivo accusativo plurale femminile, comparativo di multus, concordato con hiemes, quindi attributo del complemento oggetto] inverni [hiems, hiemis, sostantivo femminile]  Giove abbia stabilito sia che (sia) l’ultimo quello che [quae: pronome relativo femminile singolare nominativo, riprende hiems ed è soggetto di debilitat] ora su contrapposti scogli [pumicibus: pumex, pumicis: pomice, roccia, sasso]stanca il mare Tirreno: sii saggia [sapias: congiuntivo presente, forma di congiuntivo indipendente, detto esortativo, come pure liques  e reseces], mesci i vini e nello spazio breve [spatio brevi: complemento di tempo determinato e attributo, in ablativo]tronca una lunga speranza [spem: spes spei: V declinazione]. Mentre [dum: congiunzione acronica, regge sempre il presente] loquimur [loquor, loqueris, locutus sum, loqui], sarà fuggita [fugerit: futuro anteriore] il tempo invidioso: cogli [carpo, carpis, carpsi, carptum, carpere]il momento, il meno possibile [quam minimum: dall’unione dell’avverbio quam con il superlativo di parvus minimus al neutro: diventa locuzione avverbiale, quanto meno possibile] fiduciosa [credula: da riferire a Leuconoe, interlocutrice  alla  quale il poeta rivolge l’ammonimento di carpere diem] nel futuro [postero: da posterus, aggettivo della I classe qui sostantivato, quindi neutro, in caso dativo di termine, dato che l’aggettivo credulus mantiene il costrutto del verbo credo, che regge il dativo]

ALTRE TRE TRADUZIONI (da attribuire: io, Pascoli, Carducci)

Non cercare così – che non si può – quale a me, quale a te
sorte, o Candida, sia data da Dio; lascia di leggere
quelle cifre Caldee. Prenditi su quel che vien viene, e via!
O che abbiamo più verni anche, oppur sia l’ultimo questo, che
ora il mare Tirreno urta ed infrange alle scogliere, tu
spoglia il vino nel filtro e, s’è così breve la nostra via,
lunga non la voler tu la speranza. Ecco, parliamo e un po’
questa vita fuggì. L’oggi lo sai: non il domani, oh, no.

Leuconoe, non cercare, ché non lice saperlo, qual
termine a me, quale a te abbian segnato gli dei, e non
tantare i calcoli babilonesi. Quanto meglio portare in pace
che che sia per avvenire! O n’abbia concesso Giove
più inverni, o sia l’ultimo questo che adesso stanca
contro le opposte scogliere il mar Tirreno, sii savia,
filtra  i tuoi vini, e taglia via dal breve spazio della vita la lunga
speranza. Mentre parliamo, il tempo invidioso sarà fuggito.
Cogli l’oggi, il men possibile fidando al dimani.

Non domandare, Leuconoe, è un’empietà volerlo sapere,  
la sorte assegnata a me o a te dagli dei, e non interpellare
le stelle. Quant’è meglio disporsi a accettare qualsivoglia futuro,
sia che Giove abbia disposti tanti inverni da vivere, sia che risulti ultimo questo
che affanna il mar Tirreno su opposte sponde: sii saggia, mesci i vini e
recidi una speranza lunga per  una vita breve.  Parliamo, e il tempo invidioso sarà in fuga:
cogli l’istante, non confidare nel domani. 

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