E
NON È UNA MERDA
Sono privo di mezzi
mi mancano pezzi,
questa vita cittadina mi
fa male alle palle,
ma non ti giro le spalle,
lo so che non ti piace,
vuoi essere obbedito,
ma se penso ai tuoi ordini
mi sento tradito.
Eppure no, eppure no, sono
capace di scegliere la via,
solo voglio che sia storta
e soprattutto sia la mia.
E chi sei tu che vuoi
dettare ordini,
e non conosci uno dei miei
disordini,
con Mickey Mouse hai
cercato topoline,
mentre io con Pippo mi
faccio le pippine,
che più son piccole e più
sono carine.
E quel senso di vuoto che
mi dai,
quando guardi nei miei
occhi e non lo sai,
perché tutto è uguale per
quelli come voi,
che non conoscono che il
regno del poi.
E se ti parlo di funcia
non capisci,
fatti una sega ch’è
possibile sparisci,
poi ci vediamo un altro
giorno, un altro mondo,
e vediamo se giriamo in tondo.
No però con te non torno,
no che non ci torno.
Mi hai scalpellato il
cazzo,
credevo fossi il jolly
nero nel mio mazzo,
invece siete un gruppo
numeroso,
il nome giusto per
parlarne è merdoso.
E per sperare in qualcosa
il tempo è poco,
farmi le canne non è più
un gioco,
qui con la musica non c’è
domani,
pistole dentro tascapani.
Borse di studio non
ne voglio avere,
e poi mi piace il
formaggio con le pere.
Dammi la mano che non so più che fare,
saliamo in moto e ti porto
al mare,
non farmi ridere non farmi
piangere
non sono una mucca da
mungere,
voglio trovare il modo di
sverginare tutto,
voglio qualcosa che abbia
un costrutto.
E tu, smettila di voler
capire:
questo è solo il mio modo
di sentire.
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