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TRADUZIONI DI LATINO: FEDRO, POSTILLA SULLA CONTRASTIVA, TACITO, SENECA, AGOSTINO (in fieri)

FEDRO Lupus et Agnus Ad rivum 1  eundem 2  lupus et agnus venerant 3 , siti compulsi 4 . Superior 5  stabat 6  lupus, longeque 7  infe...

venerdì 30 marzo 2018

UN MESSAGGIO IN BOTTIGLIA II

Ecco, prenda contatto con la mia mano. Sente com'è fredda e sudata al tempo stesso? Sente come, pur cercando di tenere stretta la sua, nello stesso tempo scivola via e la respinge, torna a essere lontana, come sono lontani i corpi e gli sguardi quando non si incontrano più da un po' di tempo? E che dire del sentimento e del pensiero, quando non sono nutriti da parole ma solo da immaginazioni, da dialoghi nei quali si assumono le parti dell'uno e dell'altro, si concepiscono le domande e pure le risposte, si decidono i gesti, le posture, le iniziative e le ritrosie. 
Mi vien da ridere, e immagino davanti a me il suo sorriso, immagino come si coprirebbe la bocca con la mano, per cancellare i segni della vecchiaia incipiente (vezzo che comprendo ma non perdono). Mi vien da dire qualcosa di molto cinico, e colgo nel suoi occhi un lampo di soddisfazione, che mi irrita un poco, per quel tanto di supponente nei miei riguardi che riesce a contenere. Mi viene da guardarla con la compassione che hanno i giovani verso gli anziani  e capisco che nemmeno così riesco a trionfare su di lei, per quel tanto di conoscenza in più che può pur sempre rivendicare. E il fatto che non pensi nemmeno per un attimo  di avvalersene, per una sua istintiva repulsione nei confronti delle vittorie,  la rende anche più insopportabile.
Le scrivo, in questa bottiglia che lancerò in mare, quello che non avrei mai osato dirle a voce: io sono arrivato a odiarla. E il mio è un odio feroce e implacabile, in virtù del quale potrei restare tranquillamente seduto sulla riva del fiume a vederla dibattersi nell'acqua chiedendo aiuto. Non mi lancerei per salvarla. Oppure potrei essere l'ultimo medico rimasto sulla faccia della terra e lei l'ultima ammalata terminale alla quale somministrare un po' di morfina, e preferirei rimanere ad assistere alle sua grida senza speranza. O ancora potrei umiliarla con domande alle quali non sa rispondere, negandole il saluto e la corrispondenza quando lei la cercasse. Potrei e ancora potrei.
Ma potrei anche decidere di smettere con una menzogna che annienta solo me e solo contro di me è rivolta. Il dolore che provo mentre penso male di lei è paragonabile a quello di un coltello intriso nel sale che si immerga in una piaga profonda e molto vicina al cuore. 

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